
Da quando sono partita alla volta della Perfida Albione, sono tantissime le mail che ricevo. ‘Vorrei trasferirmi a Londra, hai consigli?’ è la domanda più frequente, ma il più delle volte chi la scrive non si è – aehm – proprio VERAMENTE informato a fondo, e cerca una soluzione chiavi in mano per decidere sul sì, proseguo la mia fantasia di vivere all’estero o no, non fa per me.
Quando Vanity Fair mi ha quindi chiesto di scrivere un post su ‘vivere a Londra’ ho subito colto la palla al balzo, in modo da elencare quelli che sono i consigli generali che darei a chiunque stia pensando di fare ‘il salto’ verso l’estero.
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1) Cercate lavoro (online)
Se siete neolaureati, cercate un internship (stage) retribuito. Al contrario di quello che succede in Italia, spesso si ha l’occasione di proseguirlo con un contratto vero e proprio, e comunque sappiate che mettere un’esperienza inglese nel cv vi aprirà le porte per lavori successivi. Se il vostro obiettivo è comunque stabilirvi in UK, fossi in voi considererei la possibilità di dedicare un breve periodo facendo un lavoro anche non inerente ai vostri studi, ma che vi consenta di acquisire esperienza e dimestichezza con la lingua inglese. E’ come fare un corso, ma invece che pagare siete voi a venire pagati.Se siete professionisti, sappiate che qui i settori più forti sono quello finanziario, IT, media. Molte offerte di lavoro sono facilmente reperibili online. Ci sono siti generici, quelli che trovate facilmente su Google digitando London+Jobs (o l’equivalente per la città che vi interessa) come LondonJobs, Reed o la sezione jobs del TheGuardian. Esistono anche siti più specifici per settore. Ad esempio Gorkana per i media e CityJobs per il settore finance.
Sappiate che in UK sono più diffusi i contratti a tempo indeterminato, anche per figure senior, perché è molto più facile licenziare.
La buona notizia è che è anche più facile trovare di nuovo lavoro.
Un’altra buona notizia è che, se non passate un colloquio, a superarvi non è stato un raccomandato ma uno più bravo di voi. E io la trovo proprio una bella cosa.
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2) Valutate il costo della vita
Fate una simulazione prima di partire. E’ facile: andate su Gumtree, Rightmove o Zoopla e controllate quanto può costare un affitto. Un indizio: se parliamo di Londra, i prezzi sono circa una volta e mezzo quelli italiani, e ambire di vivere in zona 1-2 con uno stipendio modesto è impensabile. Dovete considerare anche la Council Tax da aggiungere al costo dell’affitto. Cambia a seconda della vostra circoscrizione e può essere quantificata qui.
Sono molti i pendolari che abitano in periferia o addirittura nelle campagne circostanti Londra, ma riescono ad arrivare ogni giorno al lavoro grazie ad un’efficace rete ferroviaria e metropolitana.
Anche qui, occhio: è vero che metro, treni e bus vi portano ovunque ma è anche vero che costano, e non poco. Seconda simulazione: acquisto di un abbonamento ferroviario o metro sul sito del TFL.
Terza simulazione: il costo di una spesa. Andate su Sainsbury’s, Tesco o Ocado e simulate una spesa online. Scoprirete che costa come in Italia… ma in sterline. E, ovviamente, i pomodori saranno spagnoli e i kiwi africani, ma per pochi pound vi spediscono tutto a casa, consegnandovelo quasi in cucina. Sì, anche se abitate al quarto piano senza ascensore e avete preso tre casse d’acqua.
Fatto tutto? Adesso pensate che con quanto rimane occorre pensare alle bollette, alle spese per abbigliamento e svago e, se avete bambini, alla scuola.
Apriamo un capitolo a parte.
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Se avete bambini, pensate alla scuola
Credete che il sistema scolastico inglese sia simile a quello italiano? Non lo è. Incredibilmente, potreste trovarvi a rimpiangere la Gelmini. Vi spiego: la Scuola Pubblica inglese – che attenzione, non si chiama Public ma State School – non è messa proprio tanto bene. Le scuole statali buone, ovvero quelle che preparano davvero i bambini, sono poche e – ovviamente – prese d’assalto. Per dire: se notate donne incinta in segreteria non sono andate a prendere il primogenito, ma ad iscrivere il feto. Incredibile, ma vero.
Il post CONTINUA SUL BLOG DI VANITY FAIR ma se avete domande sarò felice di rispondervi, postatele qui nei commenti.
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