
La nostra routine serale si svolge in questo modo:
ore 7.00 – cena di Porpi. Posso già sentirvi: ma pora figlia, la fai mangiare con le galline. Per smentirlo, vi dirò che quando va a giocare dalle amichette o le amichette vengono a giocare a casa sua, l’orario della cena è fissato alle ore 5.30. Che all’inizio pensavo fosse uno scherzo. Viene questa tipa inglese a riprendersi la figlia alle sei e fa: ‘e per cena?’ – ‘mah, fai un po’ quello che ti pare, per cena’ ho risposto io in uno slancio di simpatia, e lei non l’ha presa per niente bene. Cioè, voleva sapere cos’avessi servito a sua figlia per cena alle 5.30, prima che lei venisse a prenderla. In realtà un sospetto ce l’avevo già avuto quando Viola era tornata a casa dicendomi ‘a casa di Lily abbiamo fatto merenda con le salsicce e i broccoli’ e io ho pensato ma guarda te questi che cazz’e merende.Quindi dare la cena a Porpi alle 7 è una via di mezzo sovversiva in Italia quanto in Uk. Siamo per le vie di mezzo.
ore 7.30 – se fossi inglese i miei figli (due o tre almeno) sarebbero a letto da mezz’ora, invece mia figlia ha appena iniziato la digestione e la incoraggia saltando in giro per casa finché il vicino del piano di sotto non bussa sul soffitto con una scopa per evitare la motosega.
0re 7.30 – 8.00 mez’ora di infruttuosi tentativi di convincere Porpi a mettere il pigiama. Mentre, ricordo, i bambini inglesi dormono da un’ora e mezza.
0re 8.00 – Porpi si lava, solo i denti davanti.
0re 8.15 – arriviamo ai denti dietro dopo lunghe trattative che includono un pezzo di cioccolato.ore 8.20 – rilavare i denti dopo il pezzo di cioccolato. mostrarsi intransigenti su ulteriori trattative.
ore 8.30 – dentro il letto. Inizia il rituale ‘favola+canzoncina’. Se riusciamo a cavarcela, la favola è inventata su due piedi e concentra 38 eventi in due minuti e dieci secondi, è tipo un trailer. Se invece lei chiede un libro, uno di quelli grossi, parte una nuova negoziazione sul ‘fino a che pagina’. Noi perfezioniamo l’arte di rendere credibile la lettura di una storia leggendo una riga sì e una no, tanto che ormai lo facciamo inconsapevolmente anche coi libri e li lasciamo a metà pensando ‘tzé, futuristi di merda’.
ore 8.45 – inizia la canzoncina. Alle classiche ninna nanne si sono aggiunte canzoni Disney. Quotatissima Il mondo è mio, ma ahimé anche pop songs dall’anima più ritmata tipo Principe Alì Ababwa e In fondo al mar, che io canto improvvisando arrangiamenti melò che farebbero la gioia di Anthony & the Jonsons.
0re 9 – sembra che abbiamo fatto tutto. Voglio dire: lei è a letto, ‘favola e canzoncina’ sono terminate, ha chiuso gli occhi e so che basteranno un paio di minuti della pallosissima nenia che sto blaterando per spedirla dritta nel mondo dei sogni.
Poi è un attimo: occhi sbarrati, conversa come se nulla fosse:
“Ma quei peli delle sopracciglia…”
“Eh?”
“Stavo pensando che quei peli delle sopracciglia, io ce li ho chiari e tu grossi e scuri.”
“Ma non stavi dormendo?”
“No, pensavo ai peli delle sopracciglia.”
“Quando crescerai ti verranno più grandi e folte come le mie.”
“Che schifo.”
“Grazie.”
“Dormi?”
“Sì sì, dormo.”
Interminabili minuti di pallosissima nenia.
“Posso fare pipì in piedi?”
“Cos…? Viola, doooormi!”
“Mi chiedevo se posso fare pipì in piedi come i maschi.”
“No, sei una femmina.”
“Ah. Ma è sicuro?”
“Abbastanza.”
“E tu sei una femmina?”
“Sì.”
“E papà è un maschio?”
“Sì.”
“Viola, dormi?”
“Sì.”
Chiude gli occhi.
E dopo cinque minuti riapre gli occhi e mi guarda furiosa:
“Papà NON E’ un maschio. I maschi PUZZANO!”
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