Tutte le cose che vorrei dirti.

Vorrei dirti che nella vita le cose diventano difficili prima di essere facili. E non diventano nemmeno realmente facili: sei tu che diventi più brava…

#senzamacchiasenzapaura

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Questo post é offerto da Eucerin.

Mi è sempre piaciuto in classe, quando ero studentessa, il momento del tema.

C’è una sfida succulenta, irresistibile, nel mettere la propria creatività su un binario e vedere in che luogo arriva. Perché lo stesso binario, per ogni persona, conduce in luoghi del tutto diversi con percorsi imprevedibili. Per questo credo che il ‘fuori tema’ non esista. Il tema è una porta, un ingresso che marca un impronta netta su ciò che viene dopo. Nessuno può dire cosa di troverà dall’altra parte.

Quando però mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sul tema #senzamacchiasenzapaura, all’inizio ho pensato: non posso. Questa è un’ingresso che non porterà da nessuna parte.

Io HO paura.

Ho paura di tutto. Della solitudine e delle malattie, del dolore mio e di quello altrui, che mi entra sotto la pelle. Ho paura di cosa succederà in futuro, ho paura di non essere abbastanza, di fallire, di morire. Ho paura di quello che stiamo facendo al nostro pianeta, ho paura di chi non ha scrupoli, ho paura di cosa sto lasciando in eredità a mia figlia. Potrei continuare all’infinito.

E quel che è peggio è il senso impotenza che deriva dalla paura. E non so se ci sia o meno una cura. E’ come se questi tempi, le notizie che arrivano, l’assenza generale di speranza e in più quel senso di responsabilità che nasce con l’essere genitore abbiano scavato una tana per la paura, e quella ci stia ormai comoda. Larga e ben pasciuta da ogni titolo sui giornali, da ogni discorso con chi ha perso il lavoro, dalle continue domande che mi faccio come madre.

Perché vedo mia figlia, e i figli degli altri, come una generazione che ha nelle mani un momento storico importante, determinante.

Gli consegnamo nelle mani un mondo distrutto, una società corrotta e individualista, un generico senso di resa – e al tempo stesso siamo investiti del ruolo di fornirgli gli strumenti per affrontarlo, e cambiarlo. E migliorarlo.

O, almeno, vogliamo sperare che sia così. Vogliamo poter credere che i nostri figli riescano dove noi abbiamo fallito, e che possiamo essere proprio noi a insegnare qualcosa.

Voglio che mia figlia sia onesta, determinata, e coraggiosa. E felice, soprattutto.

Sarà possibile? Non ne ho la più pallida idea. Spero solo di trasmetterle l’idea che la paura è solo un ostacolo e non un limite. Che andare avanti si può, anche quando ti tremano le gambe. Anzi, sono proprio quelli i momenti che definiscono la tua vita e tracciano i confini.
Per questo la paura bisogna imparare a fiutarla e riconoscere quella vera da quella pavida, quella da combattere con ogni mezzo e quella da usare a nostro vantaggio.
Ci sono paure che ci saltano addosso all’improvviso, come un avvertimento. Tracciano righe nette, vogliono farsi sentire, a volte sono il nostro modo inconscio di proteggerci, e vanno ascoltate.
Più spesso invece sono scuse. Alibi per non fare e non mettersi alla prova, e se non si superano i nostri confini non si allargano mai. La comfort zone diventa stretta, una gabbia, ma da dentro, al caldo, storditi da tanta sicurezza, nemmeno ce ne accorgiamo.
C’è una frase di Eleonor Roosvelt che amo molto. Dice “do one thing every day that scares you” – fai ogni giorno una cosa che ti spaventa.
Quella telefonata. Quella scelta. Quel minuscolo passo fuori dal confine di una fobia. Lasciare andare un sentimento. O una persona. Riprendere contatto con una passione. O con una parte di noi stessi.
Le cose che ci spaventano di più spesso non sono affatto cose spaventose, ma cose che crediamo di non saper affrontare.
E invece.
Non c’è sensazione al mondo al pari di quel momento in cui hai attraversato un momento spaventoso, e puoi girarti indietro a guardarlo. Perché l’hai superato.

Voglio insegnare a Viola ad essere coraggiosa.
Senza negare la paura, ovvero senza rendere la paura ‘qualcosa di cui aver paura’. Riconoscendola come umana, e accettandola come parte di ciò che siamo e ciò che facciamo. Credo sia questo l’unico modo per essere veramente #senzamacchiasenzapaura.

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Questo post appartiene ad un progetto speciale promosso da Eucerin.
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