Tutte le cose che vorrei dirti.

Vorrei dirti che nella vita le cose diventano difficili prima di essere facili. E non diventano nemmeno realmente facili: sei tu che diventi più brava…

Sulla metro

Life ·
tube

Visto che sono sempre in ritardo per qualsiasi cosa – nominatene una, ce l’ho: sono in ritardo a tutte le mie feste di compleanno, alle lezioni, agli appuntamenti, ero in ritardo anche alla mia Laurea e se fossi una vostra amica voi mi odiereste per questo, finché poi per ripicca non iniziereste ad essere PIU’ in ritardo di me col risultato che vi avrei attaccato un vizio, allora vi verrebbe voglia di prendermi a padellate, perché la padella è l’arma più ergonomica che esista.

Che stavo dicendo? Ah: visto che sono sempre in ritardo, oggi ho mercanteggiato una puntualità.Porpi non voleva andare a scuola millantando malesseri – mi fa male la gola, il naso, la pancia, no non è vero voglio solo stare a casa – e io ho trattato la sua resa promettendo che sarei stata la prima mamma ad andare a prenderla all’uscita di scuola. Quindi, in tempo, dovrò alzare le regali chiappe dalla panca di legno anti-ergonomica-ma-gratuita del Google Campus, farmi un po’ di fermate di metro.

La prima cosa bella della metro è che ti fa leggere un sacco. Concilia la lettura in modo incredibile, e lo vedi dalla gente intorno a te che ha un libro in mano e sembra esattamente il tipo di persona dalla quale non te l’aspetteresti. Questa cosa mi fa impazzire. Per dire: vorrei una Metro (efficiente) in ogni città, solo per far leggere la gente.

Io ho appena finito un libro che mi ha fatto annuire e contorcere le budella ad ogni pagina (Revolutionary Road. Di quei libri che mentre li leggi pensi: non scriverò mai più, l’ha già fatto gente troppo più brava di me) proprio grazie al tragitto di mezz’ora che faccio mattina e pomeriggio. E’ un tempo prezioso, quello degli spostamenti, che se guidi come facevo a Roma non ti godi davvero.

La seconda cosa bella della metro è osservare la gente. Com’è vestita – perché lo spettacolo è sempre affascinante – ma soprattutto cosa fa.

C’è una folta schiera di truccatrici del mattino che entrano con la faccia di chi è appena uscite dalla centrifuga e poi iniziano a dargli di fondotinta, fard, eye liner e dosi belliche di mascara. Quello strato solido (‘baked’ lo chiamano qui, e rende l’idea) che la sera ti chiedi ‘che faccio, uso il latte detergente o il kerosene?’.

Ci sono quelli affranti che fissano un unico punto che solitamente corrisponde al tuo ginocchio sinistro, quindi ti senti in qualche modo partecipante dei loro pensieri e immagini il tuo ginocchio interagire con le loro delusioni amorose o esistenziali.

Ci sono quelli che non hanno ancora capito che se mettono la musica a palla, quella si sente anche se hanno gli auricolari, quindi entrano e TUNZ TUNZ TUNZ, venti persone nel vagone li imbruttiscono ma loro sono troppo assenti nel loro TUNZ per rendersene conto, ed è un sollievo quanto TUNZano giù due fermate dopo. Un dramma se fanno il tuo stesso percorso.

C’è la coppietta pomiciona e l’operaio solitario, e poi ci sono loro: i GGIOVANI ITALIANI IN GITA, quelli che parlano dei mejo cazzi loro a volume 56 in un vagone pieno di gente e vogliono andare a Ocsford Zzircus, Riggenz Park e Glucester Rodd, con le povere insegnanti stropicciate dietro che tentano di radunare il branco come i cani da pastore.

Sulla metro nessuno parla con nessuno. Le persone entrano e infilano gli auricolari nelle orecchie o il naso nel Kindle, poi si stappano dal vagone a destinazione alzandosi un secondo prima appena.

Qualcuno un giorno mi ha detto che gli inglesi sono incapaci di interagire senza un bicchiere in mano, e che conoscere qualcuno ‘per caso’ è pressoché impossibile.

Ecco quindi spiegato il motivo di tutti quei siti, come Match, Lovestruck e altri, dove ‘i londinesi si incontrano’. Perché hai più chances di parlare con il tizio che siede sul sedile di fronte al tuo tramite un messaggio virtuale che rivolgendogli davvero la parola. Si spaventerebbe. E’ una cosa strana: nessuno parla con gli altri, in metro, anche se ci sono centinaia di persone e sguardi che si incrociano ogni giorno.

(Il risvolto della medaglia di questa non-interazione è che puoi andare in giro vestita anche in mutande, e nessuno si sogna di fischiarti dietro o fare quei commenti a mezza bocca che in Italia sono tanto comuni. Quell’ ‘ammmazzaaa….’ che ti porti dietro come una scia se passi vestita carina davanti a un gruppo di uomini in vena di machismo da due lire e risate cameratesche.)

E allora la pubblicità di certi siti di incontri è così: indicano il sedile sottostante con scritto ‘la persona dei tuoi sogni potrebbe essere seduta qui. nel caso in cui così non fosse, iscriviti al nostro sito’. Ma la verità è che chi si iscrive al sito magari spera di incontrarci proprio quella persona che vede tutti i giorni in metro, a cui non ha il coraggio di rivolgere la parola.
Ah, se solo la incontrasse al pub, dopo la quarta pinta.

 

Commenti