
Weekend: si esce, si esplora. Faticosamente, quando Londra è grigia e piovigginosa e le ossa sembrano implorare pietà, più volentieri se splende un sole deciso anche se precario – sapete no, Londra è la patria delle ‘quattro stagioni in un giorno’ e io faccio ancora l’errore di pensare ‘uh che bello c’è il sole metto la giacca legge…’ (al ‘ra’ di solito ha già iniziato ad annuvolare).
Il nostro weekend è iniziato con un pranzo al volo in un self service poco pretenzioso e poco gustoso, ma dalla vista impagabile.
Siamo all’ultimo piano del grande magazzino chic Peter Jones (cugino di John Lewis, quello delle pubblicità natalizie strappacòre), Londra è una prospettiva di comignoli, cupole, pinnacoli e palazzi che ci si srotola davanti agli occhi. Ma un self service non è l’unica opzione se siete dalle parti di Sloane Sq. – Kings Road. Pochi passi verso Golden Square e troverete un sacco di localini carini.
Io ero felicissima di sfoggiare per la prima volta la mia borsa stellata, la Cavendish Star di Stella McCartney e ho colto l’occasione per fare un po’ di foto, dove chiaramente non riuscivo a trattenermi dalle risate 😀
E finalmente ecco la nostra destinazione.
C’è un solo posto dove passare un Sabato avvincente dalle parti di Sloane Square, e quel posto è la Saatchi Gallery, galleria d’arte contemporanea tra le più belle di Londra. Ricordo, quando venivo a Londra a vedere case e ad annusare il nuovo territorio prima del trasferimento, che una volta sono venuta qui durante un pomeriggio libero. Ho passato ore ad ammirare la galleria e qualche minuto ad osservare il prato appena di fronte, dove una classe di ragazzini faceva sport. Tutti in divisa bordeaux, il prato verdissimo, il cielo azzurro e la galleria, la strada, i palazzi intorno tutti così ordinati, puliti, ben tenuti. E’ stato uno di quei momenti in cui ho pensato ‘sì, qui ci vivrei’.
Eravamo noi e la famiglia della migliore amica di Viola, che si chiama Viola pure lei. Entusiaste di avere una digitale compatta a disposizione, hanno scelto e fotografato le loro opere preferite, interagendo con esse e fermandosi qui e là con nonchalance a controllare gli scatti. Mi è piaciuto molto questo modo playful e spontaneo di fruire opere artistiche contemporanee.
Praticamente io e la mia amica facevamo lo stesso. La Saatchi non è solo una galleria bellissima ma anche un set perfetto. Certe opere chiedevano di essere fotografate e di giocarci un po’. Una porta-cornice, ad esempio, o una parete piena di enormi quadri geometrici.
La mostra che siamo andati a vedere si chiama Post Pop: East meets West e raduna più di 100 artisti provenienti da Europa, Asia e America che in qualche modo rappresentano l’eredità della Pop Art. E’ una mostra ‘facile’ (anche se solo all’apparenza), godibile, divertente e colorata. Salvo un paio di aree – quella Sex ad esempio – l’ho trovata molto adatta anche per le bimbe. Alcune opere sono molto immediate, altre più intense ed inquietati, come alcune installazioni purtroppo di grande attualità nella zona Ideology and Religion, ma spiegarle sarebbe far loro un torto: vanno viste.
Durante la mostra ho:
– guardato nel culo di una mucca. molto bene.
– ammirato la cucina di qualcuno esperto nel lancio di piatti. molto esperto.
– trovato chi mi batte in quanto a linguaggio colorito e ci fa pure la carta da parati.
– posato con Marylin ed Elvis.
– trovato enormi tesori
E più di ogni altra cosa, trascorso un pomeriggio bellissimo, rilassante, coinvolgente.
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