
“Oh. Ah! Che cos’è questa cosa? Si sta spargendo ovunque… è tiepida…”
“Stai tranquilla.”
“Luccica. Potrebbe illuminare tutto. Forse è pericolosa.”
“No, non lo è. Guardala, che bella. Fatti illuminare un po’.”
“Secondo me, poi mi brucio.”
“Non brucia. Avvicinati, dài.”
“No.”
“E ddaaaai.”
“Uhm. Ecco. Oh. Wow. E’ bellissima.”
“Visto?”
“E’ come essere più me di me stessa. E’ come essere così ugualmente luminosa e bellissima anche io. Che sensazione strana, stranissima. Mi spaventa.”
“Perché? Non è bella?”
“Mi spaventa perché è tanto più bella di tutto quello che conosco. Ho paura che poi quello che conosco non mi piaccia più.”
“Prendine ancora.”
“No, ho paura di romperla. Sembra così delicata.”
“Lo è.”
“Appunto: pensa se la rompo. Dopo mi sentirei in colpa per mille anni.”
“Puoi trovarla da un’altra parte, se si rompe. Basta cercarla.”
“Sì, lo dicono tutti. Lo dicono anche quelli che non l’hanno mai trovata e glielo leggi in faccia. E poi, ti ricordi cos’è successo le altre volte? Mi sono avvicinata e si è rotta. Ma non è come se ti si rompe la bici mentre stai andando piano, per la campagna. E’ come se ti si rompe il vagoncino delle montagne russe mentre sei sparato a tutta velocità a testa in giù. BOOM.”
“Quindi non vuoi avvicinarti?”
“Solo un po’. Non riesco a lasciarmi illuminare completamente, è come se stai ti metti subito al sole d’estate dopo un anno d’inverno: non è il caso, possono succedere cose strane. Non so, hai la sensazione che non sia giusto, che tu non possa.”
“Di cosa hai paura, esattamente?”
“Di stare troppo bene. Di impazzire di gioia. Di trovare finalmente il mio posto nel mondo, o semplicemente il mio posto dentro me stessa. E poi di perderlo. E’ come girare per strada con un portafogli vuoto o uno con dentro due milioni. Perderlo ha un senso diverso.”
“Pensi troppo.”
“Lo so. E poi lo sai cosa succede, se la gente sa che giri con due milioni nel portafogli? Ti odia. Nella migliore delle ipotesi pensa che tu non li meriti, nella peggiore cerca di portarteli via.”
“Questo è vero. Essere troppo luminosi spaventa gli altri. Ma è forse un buon motivo per non esserlo?”
“Io… non lo so.”
“Avvicinati. E’ così bella, così luminosa.”
“E’ vero. E’ bellissima.”
“…”
“Pensi che io possa stare qui per un po’, senza dirlo a nessuno? Solo per un attimo?”
“Stai tutto il tempo che vuoi.”
“Non credo di riuscirci. Ma forse cinque minuti. Per cinque minuti voglio essere luminosissima. E più me di me stessa.”
“Fai pure.”
“Puoi restare qui? In caso che io dimentichi di tornare indietro.”
“Oh, di questo non preoccuparti. Sei stata scientificamente studiata per non cedere. Sai ‘il lato oscuro della forza’? Devono essersi ispirati a te.”
“Ha-ha. Simpaticona, oggi.”
“Sarò qui, comunque.”
“..a dirmi quando devo tornare indietro.”
“No. A dirti che puoi restare ancora.”
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