
Giovedì sera abbiamo inaugurato la mostra del Book Art Project.
Avrei voluto avervi tutti con noi, perché è stata una serata veramente speciale. Arte, scrittura, e tradizione italiana uniti insieme in uno spazio incredibilmente bello, quello dello Spazio Cerere, per uno scopo benefico: quello di sostenere Medici Senza Frontiere e la sua campagna #milionidipassi a sostegno delle popolazioni afflitte da guerre, epidemie, carestie.
Abbiamo avuto insieme a noi Paola Mazzoni, al centro nella foto qui sopra, un’operatrice Medici Senza Frontiere. Paola è un medico anestesista che per anni ha rinunciato alle ferie per recarsi nei luoghi dove più occorreva il suo aiuto. Yemen, Siria, Afghanistan, Africa sono solo alcuni dei Paesi dove ha prestato soccorso alle popolazioni in difficoltà. Durante la serata di ieri sera ci ha raccontato la sua esperienza, incredibile a tutti i livelli specialmente quello umano, e ci ha ribadito che i valori di MSF sono indipendenza, neutralità e imparzialità – ed è solo l’essere finanziati privatamente, dalle donazioni, che consente loro di operare in questo modo.
E’ per questo che sono particolarmente felice di mostrarvi finalmente le opere, realizzate da 12 talentuosi artisti italiani su una copia del mio romanzo ‘Da qualche parte nel mondo’, ispirati dalla sua storia. Ognuna di queste opere è in vendita e il 100% del ricavato andrà a Medici Senza Frontiere (infatti, l’acquisto stesso avviene tramite donazione a MSF). Potete visionarle nel dettaglio, scoprire di più sul progetto e sugli artisti e sapere come acquistarle sul sito bookartproject.com
Non so nemmeno dirvi la mia emozione, come autrice, di vedere la storia che ho scritto prendere vita e diventare immagine, diventare arte. Ogni interpretazione degli artisti coglie una sfumatura, una sfaccettatura, di Lara e del suo mondo. Se avete letto il libro ritroverete le sue atmosfere nelle opere, le leggerete in modo pieno. Mi sono permessa di abbinare ad ogni opera la citazione del romanzo che a mio avviso la interpreta di più.
“Sembrava che qualcuno le avesse lavato via il colore dalla pelle, concedendole in cambio il biondo lucido dei capelli e un bagliore cupo negli occhi, di un verde tendente al grigio che mancava della limpidezza che ci si aspetta dagli occhi chiari.”
L’opera di Dario Moschetta.
“Si sente colpevole per qualsiasi cosa stia per fare. La avverte nascosta in quell’aria intorpidita e in quel respiro pesante, la ragione per la quale un giorno vorrà essere lontana. Sia l’idea di restare che quella di andarsene le spezzano il cuore.”
L’opera di Romina Bassu.
“Ora che il talento le si accende addosso come luce riempiendo i vuoti, sbiancando il nero, lei ha finalmente l’ardire di sapersi abbastanza.”
L’opera di Rosa e Carlotta Crepax.
“Le era sembrato di dover morire, ora invece sa che si vive lo stesso e quasi le dispiace. Lei è impercettibilmente e contro ogni sua previsione, andata avanti.”
L’opera di Rosamaria Sbiroli.
“Hai avuto quello che volevi, e sapevi come sarebbe finita Lara – si ripete a voce bassa. Non ha mai capito perché sapere le cose non ti salva dal dolore.”
L’opera di Nicoz Balboa.
“Tre finestre lunghe e strette illuminavano la cantina dove casse di vino, superalcolici e birra attendevano il loro momento in penombra. Al centro della stanza uno spazio vuoto era tagliato dai raggi del sole, uno spazio luminoso dove le particelle di polvere nevicavano brillanti, sollevate dai loro passi.”
L’opera di Sebastiano Lo Turco.
“Come era stupefacente per lei quel sentimento, sconosciuto come una terra straniera ma spaventoso come una scommessa già persa.”
L’opera di Ivano Parolini.
“Lei ha davanti una donna che ha le labbra e il viso tinte del rosso di sei chicchi di melograno e di un sentimento indelebile e assoluto: la certezza di essere l’origine della propria catastrofe.”
L’opera di Jara Marzulli.
“Dovevo farlo. Dovevo andare via. Dovevo amare qualcun altro. E dovevo anche tornare a chiederti un perdono che, sapevo, non mi avresti concesso.”
L’opera di Lucamaleonte.
“E’ Elena il suo branco, la sua famiglia, le felicità che si è guadagnata negli anni in cui avrebbero dovuto essere un regalo.”
L’opera di Vania Elettra Tam.
“Mentre fuori l’aria ha la consistenza impalpabile di un pomeriggio azzurro in quella sala c’è il vuoto sordo degli addii, così rapido ad ingoiare le parole che si vorrebbero dire e le cose che si vorrebbero fare.”
L’opera di Andrea Marcoccia.
La serata è stata incredibilmente bella, affollata, coinvolgente.
Ad accompagnarci c’era lo sponsor che ci ha aiutato a rendere tutto questo possibile, un’azienda fatta di tradizioni e prodotti locali a cui tengo molto: la Tenuta Banfi di Montalcino. La prima volta che l’ho visitata ero appena fidanzata e nulla faceva presagire che poco dopo sarei diventata mamma, blogger e tutto il resto, quindi averli insieme a noi come sponsor del Book Art Project è stato un doppio piacere. Ricordo ancora la tenuta i primi di Novembre, con i colori caldi dell’autunno, un bicchiere di vino dopo aver guidato lungo i colli toscani.
Le Cantine Banfi, che producono buonissimi vini di alta qualità come il Rosso di Montalcino hanno reso ancora migliore la nostra serata di opening offrendoci il loro spumante, il Tener Brut e l’ultimo nato in casa, il Vermentino La Pettegola. Quest’ultimo, oltre ad essere delizioso, ha un packaging davvero unico:
Non ci sono mancate specialità locali toscane da stuzzicare 🙂
E ora parliamo della mia esperienza come padrona di casa.
Queste siamo io e Susanna Bianchini in arte Sybin, la curatrice. Quasi incredibile vedere la mostra realizzata davvero quando tutto è nato da un’idea e da una telefonata “facciamo questa cosa…?” – “ma sì, che bello, facciamola.” Che poi, ho scoperto, è così che nascono tutte le cose, dalla più grande alla più piccola. Si decide di farle, ci si prova, a volte si riesce e a volte no e siamo felicissime di esserci riuscite, questa volta.
A chi era con me quella sera non so bene cosa ho detto (ho preso una perfetta sconosciuta e le ho chiesto un microfono, ad esempio – tutto molto bene) ma in qualche modo ad un certo punto sono riuscita ad andare al centro della sala, zittire tutti, e fare un discorso che in qualche modo è stato di benvenuto, di ringraziamento, di… beh, non so nemmeno io di cosa. Però ero molto felice di poterlo fare e di aver messo insieme questo progetto, soprattutto per la sua finalità benefica, soprattutto dopo aver ascoltato le parole di Paola Mazzoni. Di quel momento però non ho immagini perché ero talmente emozionata e ‘fuori’ da aver fatto il discorso con la mia fotocamera in spalla e la mia sciarpa in mano. Tutto bene.
La sciarpa in mano l’ho tenuta anche per le foto, dopo. E vabbè. Qui sono con Jara Marzulli:
E adesso sono di nuovo qui in galleria, oggi pomeriggio c’è il laboratorio per bambini (sold out!) e, in generale, vi aspetto per due chiacchiere e un giro tra le opere. Vi ricordo che TUTTE LE OPERE SONO IN VENDITA e il 100% del ricavato sarà devoluto a MEDICI SENZA FRONTIERE. Sul sito bookartproject.com potete vederle tutte e scoprire come acquistare quella che preferite.
Grazie del vostro supporto, da parte mia e di MSF!
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