
Visto che a noi ce piace la vita incasinata, eccoci che invece di bearci di quasi un mese di ferie spiaggiati da qualche parte, coi bagagli disfatti il giorno uno e rifatti il giorno ventotto, siamo praticamente in tour.
Dal centro al nord Italia, passando per amici e parenti (soprattutto parenti), quelli che ‘ma che non ce la fai vedè, labbambina’? disfiamo e rifacciamo valigie al ritmo di due volte a settimana.
Le tappe sono/saranno: Sardegna, Abruzzo, Toscana, Liguria, Lazio.
Obiettivo della vacanza: un po’ di lavoro (eh, per me sì), tanti bagni, tanto sole per differenziarci dai cadaverici inglesi e mostrare che sì, del sangue Mediterraneo a dispetto del pallore che ci caratterizza durante l’anno lo abbiamo in corpo, e OZIO.
Ozio. Quest’arte dimenticata. Il tempo vuoto, lontani dalla frenesia di doverlo per forza riempire con qualcosa, lontano dal senso di colpa per dedicare tempo soltanto al nostro respiro, alla contemplazione, alla pennica, alla chiacchiera, al dolce far niente.
Dolce far niente – che bella espressione – al quale ho dedicato circa due minuti e mezzo nell’ultima settimana, visto che la Porpi non ha trovato in spiaggia nessuna vittim.. aehm, nessuno bambino da coinvolgere nei suoi giochi.
Ecco qualche immagine della prima tappa: la Sardegna, per la precisione Capo d’Orso a 40km da Olbia in questo residence.
Tutto molto bello se non fosse stato per il maltempo: due giorni di pioggia su sei, e uno di vento che ti si portava. Poco male: il mare era meraviglioso e rivedere la Sardegna dopo un po’ di anni di assenza è stato davvero piacevole.
(cibo!)
(un giro a Santa Teresa di Gallura e i tipici braccialetti di corallo o turchese)
(formaggi Sardi)
(Porpi che spia l’apertura del ristorante)
(tracce della nonna)
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