Tutte le cose che vorrei dirti.

Vorrei dirti che nella vita le cose diventano difficili prima di essere facili. E non diventano nemmeno realmente facili: sei tu che diventi più brava…

Oggi togliamo lo stigma dalle malattie mentali.

Life ·
YSL Teinte Encre de Peau review recensione

Facciamo un esercizio oggi: togliamo via lo stigma dalle malattie mentali.

In particolare dalla depressione, dall’ansia e dagli OCD (disturbi ossessivo-complusivi, che includono disturbi alimentari, dipendenze e ossessioni di vario genere). Vi va?

Vi racconto una storia.

In questo momento, se osservate la mia vita, non c’è niente che non va. Anzi: sembra quasi tutto perfetto – e quante volte me lo sento dire, ‘hai una vita perfetta’, come se la perfezione fosse una lista di ingredienti, una regola. Comunque sia sono grata per quello che ho, lo sono profondamente e sinceramente, e non lo do per scontato.

Appurato questo andiamo avanti.

Flash back a una ventina di anni fa.

C’è un’adolescente che viene svegliata in una fredda mattina di Febbraio. Ha dormito due ore o poco piu, perché l’insonnia la tormenta e non sa come fare. Si alza perché deve andare a scuola. Fa una colazione minima, poi entra in bagno per lavarsi e invece di iniziare a spogliarsi stende una vestaglia per terra, si rimette in posizione fetale come nel letto e singhiozza tremando di freddo. Non c’è riposo, non c’è calore. Entra a scuola quasi barcollando, quell’anno perde anche un sacco di amiche. Più sta male, più è sola. Una le dirà ‘entravi in classe con una faccia troppo scura’.

Negli anni successivi farà esperienza di tutta una piacevole gamma di disturbi alimentari – anoressia, bulimia, binge eating – e attacchi di ansia. Non diagnosticati, non curati, perché le malattie mentali non esistono quindi non è possibile soffrirne – almeno non tu, non tua figlia, non la tua amica.

Se la guardi da fuori, dopotutto, è una ragazza, rispondente a tutti i canoni del presunto successo sociale: è carina, ha voti sempre alti, lavora part time per diversi magazine, conosce persone del ‘giro giusto’, fa delle belle vacanze, ha una famiglia borghese e abita in una bella casa.

Togliamo lo stigma dalle malattie mentali.

Non è possibile, sarà un capriccio o una richiesta di attenzione perché le malattie mentali sono un po’ come essere gay in Italia negli anni 80: una cosa incredibile, buona solo per costruire stigma e barzellette.

Considera il suicidio diverse volte, ma ha paura di morire perché..

No, non è vero che quando stai male vuoi morire, vuoi solo smettere di sentire male.

E morire sembra l’unico modo.

 

Ah certo, ero io.

Io, quella che comunque aveva una bella vita e una famiglia che la amava. Io, che potevo permettermi le vacanze in montagna d’inverno e quelle al mare d’estate. Il computer nuovo e la macchina.

Come se la depressione se ne andasse quando strisci una carta di credito.

Le persone scambiano tantissimo la definizione di disturbi mentali con lo stress da vita difficile, il che denota una vasta ignoranza rispetto al problema.

 

Togliamo lo stigma dalle malattie mentali.

 

Non sono un medico, ma so una cosa o due al riguardo che mi piacerebbe sapeste tutti, e ricordaste quando parlate con qualcuno che soffre di questo problema – foste anche voi stessi.

>La mente si ammala come il corpo.

Così come non ci sogneremmo mai di insultare uno che si è rotto la gamba perché gli fa male, e dirgli ‘non è vero, non te la sei rotta’ o ‘dai, basta che non ci pensi’ non dovremmo farlo con chi manifesta un disturbo mentale. Seppur aggravate o a volte causate da fattori ambientali e sociali, le malattie mentali e in particolare la depressione derivano da uno squilibrio chimico nel cervello. E’ una questione medica. Lo psichiatra non studia alla scuola di belle arti o di equitazione, ma è laureato in medicina. Un motivo ci sarà.

>Le malattie mentali non hanno bisogno di un ‘motivo’.

Certamente non un motivo esteriore identificabile, altrimenti potremmo affermare che ‘avere queste o quelle altre condizione di vita protegge dalle malattie mentali’. Ha, sarebbe bello eh? Dire: se sposi la donna della tua vita e fai due figli non sarai mai depresso. O: se vivi alle Hawaii e guadagni più di 80mila dollari l’anno non soffrirai mai di ansia. Wow. Se esiste la ricetta passatecela, a noi scemi che nonostante abbiamo tutto ancora lottiamo contro la nostra mente. Mi spiace, il ‘ma che ti lamenti tu, che hai (elenca fattori socioculturali e materiali abitualmente caratterizzanti del ceto medio-alto) vai a spalare la merda tutti i giorni alzandoti alle cinque come faccio io, poi vedi la depressione e l’ansia’ è soltanto una frase profondamente offensiva e altamente ignorante. Uno degli stigma più forti è che le malattie mentali siano un vizio, una debolezza, o peggio una colpa o una richiesta di attenzione. Ogni volta che qualcuno minimizza, incolpa o fa del sarcasmo rispetto a qualcuno che – con fatica – ammette di soffrire di un disturbo simile, non fa che nutrire un clima di vergogna, segretezza e generale mancanza di supporto rispetto a questi problemi.

>Le malattie mentali non si guariscono ‘reagendo’.

Qualificami ‘reagire’. Qualificalo nel momento in cui sei intrappolato in un corpo che nonostante i tuoi sforzi non ti risponde. Come essere al volante di un’auto telecomandata da qualcun altro: giri il volante ma l’auto continua ad andare dritta, a tutta velocità verso il muro. E la gente intorno che ti dice ‘gira! Gira sto cazzo di volante! Eh, ma lo vedi che non reagisci?’. Così hai questo bel mix di senso di impotenza + senso di colpa. Fantastico, eh? Tra le varie metafore sulle malattie mentali, intenzionale o meno, ho trovato la serie Jessica Jones tra le più precise. Il nemico è una persona capace di manipolare la tua mente e farti provare la cieca voglia di fare cose che sai essere negative per te stesse e per gli altri. Non te le fa fare contro la tua volontà: manipola la tua volontà.

>Le malattie mentali non impediscono di avere momenti buoni.

Ci sono momenti che durano a lungo, mesi o anche anni. Ma ci sono anche frequenti ricadute, che possono succedere tra un momento buono e l’altro. Dire cose come ‘ma come, Giulio è depresso? Giulio, che la scorsa settimana era in vacanza a Ibiza?’ non ha senso. Si: il nostro Giulio prima è andato a Ibiza a ballare, poi si è svegliato una mattina e non si riusciva a fare nulla se non fissare il muro. Indovina? La sua mente ha smesso di collaborare di nuovo. La scorsa settimana stava bene e questa no. E’ molto difficile da capire? Dobbiamo screditare Giulio, dirgli che la sua depressione ha-ha-è una cazzata perché la scorsa settimana stava bene? Dobbiamo farlo sentire in colpa per cosa, esattamente, per essere stato bene prima o per stare male ora?

>Molte persone che soffrono di malattie mentali non sembrano persone che soffrono di malattie mentali.

Abbiamo un cliché ignorante del classico malato, che solitamente si riferisce a un tipo di malato molto grave, con una malattia visibile in modo eclatante e spesso con caratteristiche socio-fisiche estreme. Breaking news: l’avvocato di successo quarantenne, vestito sempre benissimo, con una splendida famiglia e la casa in Sardegna potrebbe avere una malattia mentale.

E veniamo al cuore della questione di questo post:

 

[Dichiarare di soffrire di una malattia mentale, lieve o grave che sia, socialmente accettata o meno, non deve e non può essere considerato un tabù.]

 

Primo, perché se non se ne parla non si comprende il problema, non lo si chiama per nome, non si cerca aiuto e di conseguenza non si ottengono cure. Secondo, perché non è nulla di cui vergognarsi. Vi vergognereste di esservi rotti la famosa gamba di cui sopra? O di avere il diabete? Di avere un  cancro*?

No.

 

Togliamo lo stigma dalle malattie mentali.

 

Bene, cari tutti, mi chiamo Chiara, sono una blogger di successo, giro il mondo, vengo pagata per fare quello che amo, ho una bella famiglia, ho realizzato molti dei miei sogni e soffro di depressione, ansia e OCD da vent’anni.

Sono matta, in sintesi. E non me ne vergogno nemmeno un po’.

Anzi: sono fiera perché combatto ogni giorno – prevalentemente contro la mia parte oscura, il che prende un sacco di energie – per vivere la mia vita con pienezza, nella meraviglia dei suoi alti e bassi.

A volte ci riesco, a volte fallisco clamorosamente.

A volte ho periodi meravigliosi, altre volte tocco il fondo e non ho paura a raccontarlo.

Ci sono momenti in cui credo di morire e momenti in cui mi sento onnipotente.

CI sono giorni in cui non riesco ad alzarmi dal letto, a vestirmi, a lavarmi, a vivere la giornata e tutto quello che posso fare è sedermi per terra con le ginocchia in bocca a cercare di respirare, e altri in cui prendo cinque aerei a settimana e passo dal Madagascar, all’Italia alle Bahamas a Las Vegas.

 

Mi chiamo Chiara, sono una disturbata mentale altamente funzionante.

 

Se mi parlate in una giornata nera, la mia risposta sarà diametralmente opposta ma ora, oggi, sento di dirvi che nonostante tutto faccio e faro della mia vita una meravigliosa avventura.

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Mi piacerebbe trattare la salute mentale dal mio punto di vista come argomento sul blog. Spero vi interessi, spero possa aiutare voi o le persone che amate – non perché io possa offrirvi soluzioni ma perché parlarne e condividere esperienze aiuta, tanto, sempre.

*Dato: si muore più di suicidio per depressione che di cancro, ma tanto le malattie mentali non esistono, no?

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