Tutte le cose che vorrei dirti.

Vorrei dirti che nella vita le cose diventano difficili prima di essere facili. E non diventano nemmeno realmente facili: sei tu che diventi più brava…

L’importanza di stare (anche) senza figli – weekend a Vietri

Italia Travel ·

Viviamo all’estero senza nessun aiuto. Né tate, né nonni, né amici che possono darci una mano con Viola.

Non è facile, per niente.

A volte ti sembra che il clima che si instaura in tre, solo tre, sia in qualche modo poco salutare, che le energie si concentrino su discussioni futili e nervosismi evitabili.

Senza contare che la coppia è la prima a risentirne perché se con Viola cerchiamo sempre di essere pazienti, anche se non sempre ci riusciamo bene, è tra di noi che vanno a incastrarsi ed esplodere frustrazioni e inquietudini.

Ecco perché un weekend da soli, a fine Agosto, ci ha praticamente rimessi al mondo e sicuramente in connessione tra noi, permettendoci di ritornare a Londra ricaricati come non sarebbe potuto succedere se avessimo trascorso tutte le vacanze – come era successo fino a quel momento – tra nonni, suoceri e parenti. Fisicamente vicinissimi, assorbendo i loro problemi insieme alle loro cure, senza spazio per noi. Mai.
Lo abbiamo fatto in luoghi meravigliosi.

Su una cosa, credo, possiamo concordare: certi posti ti schiaffano addosso la loro bellezza in modo esplosivo, eclatante.

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Uno di questi è sicuramente la costiera Amalfitana. Dopo aver lasciato Amalfi ci siamo diretti verso Vietri, lungo la strada costiera panoramica che si inerpica sulle colline verdi per poi tuffarsi verso l’orizzonte azzurro del mare, una cura dopo l’altra, tra limonaie e vigneti.

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La nostra prima, breve tappa è stata la meravigliosa Ravello, che probabilmente in tempi remoti è stato il terrazzo di qualche divinità, perché è qualcosa di incredibile.

Uno di quei posti che ti fa venire voglia di affondare nel romanticismo latente che è in te, quello che nella vita quotidiana non trova spazio, e allora è facile camminare mano nella mano, guardarsi negli occhi, immaginare serate romantiche come quelle che deve trascorrere chi viene qui a sentire i concerti di musica classica sulla terrazza.

Avevo quasi dimenticato l’ultima volta in cui mi ero sentita così, lasciando che i pensieri volassero via con il vento, concentrandomi solo su sentimenti positivi, lasciandomi andare alla bellezza.

Ancora pochi chilometri in direzione Salerno, in una strada che si snoda sinuosa a picco sul mare, e arriviamo all’Hotel Raito, che domina Vietri sul Mare con una vista tanto ampia da perdersi nell’azzurro. Lo sguardo coglie talmente tanto cielo e mare e colori che ti sembra di volare anche se hai ancora i piedi per terra.

Appena arrivati, capiamo subito che questo è un posto speciale.

 

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Sembra appoggiato su una nuvola, tanto è sospeso in aria.

Svegliarsi, aprire le finestre e trovare questo panorama è come un’iniezione di gioia, un sole che prima ancora di sentire sulla pelle avverti dentro. Che avvertiamo in due.

Siamo troppo simili, noi. Entrambi alle prese con problemi diversi ma dalle radici simili, entrambi introversi e oscuri, tanto che quello che si dovrebbe fare – sollevare l’altro quando quello sta male – a noi riesce malissimo. Noi amplifichiamo, non compensiamo.

Abbiamo bisogno di più cielo azzurro e più tempo soli, per ricordarci di tutta la bellezza che ancora ci aspetta.

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Qui, è strano a dirsi, ci siamo ritrovati in un posto familiare. Nonostante sia un hotel, e di lusso, in qualche modo riesce a mantenere una semplicità e un calore sinceri, che affondano le radici nell’arte dell’accoglienza della costiera, dove tutto sembra autentico. Facile. Accessibile.

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Qui è normale conoscere le persone per nome dopo due ore. Qui è normale che lo chef Francesco Russo si fermi a parlare con te degli ingredienti del suo orto e ti faccia trovare dei limoni in camera solo perché gli hai chiesto dove comprarli. E dove la cucina, deliziosa, ricorda quella di quando eri piccola – della mamma, della campagna, dei sapori buoni e intensi delle cose cresciute al sole.

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Confesso: la sfogliatella ripiena di parmigiana di melanzane su un letto di pomodorini è stata tra le cose più buone mai mangiate in vita mia.

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Il vento leggero, il sole caldo sulla pelle e la sensazione di un lusso fatto di familiarità e gentilezza ci hanno accompagnato per tutti e due i giorni.

Ci siamo riavvicinati, anche se poi l’autunno ha richiesto il suo pedaggio di distanza.

Ci siamo fatti promesse, non mantenute o quantomeno non ancora.

Ma la dolcezza di quei giorni è riuscita a farmi stare tranquilla – e io sono una che tranquilla non è mai.

Abbiamo esplorato Vietri.

Con le sue incredibili ceramiche, colori smaltati ovunque per le strade, sui muri, come insegne dei negozi e numeri civici.

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Un must se siete da queste parti è una visita alla fabbrica delle ceramiche artistiche Solimene, ma a questo dedichero un post a parte perché le foto che ho scattato in fabbrica sono troppe e mi piacciono davvero molto!

Due giorni perfetti.

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Due giorni dove per una volta è stato il corpo, e il suo stato di beatitudine, a ricordare alla mente quanto si può stare bene e quanto in fondo quello che conta è davvero solo il qui e l’ora.

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Pensateci, a prendervi del tempo solo per voi – come coppia. Trovo importantissimo, fondamentale, ogni tanto spogliarsi del ruolo di genitore, lavoratore, e tornare ad essere solo voi. Voi due.

Persone, che hanno cose da dire che vanno oltre i bambini, oltre la preoccupazione per il mutuo, oltre alle mail di lavoro, oltre a chi ha lasciato il dentifricio aperto.

Solo voi.

Come una volta.

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Disclaimer: sono stata ospite dell’hotel Raito, le opinioni espresse sono personali.

INFO

http://www.hotelraito.it

 

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