Ogni anno si fa un gran parlare dei lavoratori stagionali. Come funziona davvero il settore: tutto quello che c’è da sapere su diritti e doveri
I lavoratori stagionali sono, ogni anno, al centro di tante, tantissime polemiche. Fondamentali per mandare avanti le attività più impegnate in estate, per alcuni sono persone sfruttate dai datori di lavoro, per altri, invece, quasi dei privilegiati, che hanno un impiego (secondo taluni, ben pagato) in un periodo in cui avere un lavoro non è così scontato. Ma andiamo a vedere quali sono i criteri secondo i quali funziona il lavoro stagionale.
I lavoratori stagionali sono maggiormente impiegati nel settore del terziario, ma, soprattutto, nel turismo. Soprattutto nei luoghi mete delle vacanze, infatti, vi è la necessità di ampliare i propri organici per un periodo determinato, con contratti di lavoro di tipo stagionale, che cessano con la necessità di avere maggiore forza lavoro.
Tra le figure maggiormente richieste per i mesi di luglio e agosto, sicuramente bagnini e personale in forza agli stabilimenti balneari, presi d’assalto dai turisti da Nord a Sud. Ma anche camerieri che operano in ristoranti e strutture ricettive in generale. E non sempre tutto fila liscio.
Come ogni anno, assistiamo, in televisione e sugli organi di stampa, alla querelle tra chi pensa che queste persone sia sfruttata, con una paga da fame. E chi, invece, si schiera dalla parte dei commercianti e degli imprenditori, che sostengono di non trovare nessuno disposto a lavorare, sebbene vengano offerte remunerazioni importanti. Ma è davvero così? Vediamo come funziona (o come dovrebbe funzionare) il settore.
Per lavoratori stagionali si intendono coloro i quali sono inquadrati nel CNNL di riferimento: l’elenco delle attività considerate stagionali è contenuto nel Decreto del Presidente della Repubblica, n. 1525, datato 7 ottobre 1963. A far discutere, spesso, sono le lunghe giornate di lavoro e i compensi offerti a persone che, quasi sempre, sono dei giovani che vorrebbero maturare un po’ di esperienza e racimolare qualche soldo.
Come dicevamo, si tratta di contratti determinati e, in un certo senso “emergenziali”: infatti, sugli gli stagionali non troviamo il vincolo di rispettare il limite di durata di 24 mesi, periodo oltre cui il datore di lavoro deve assumere a tempo indeterminato il dipendente. Questo anche perché a volte le collaborazioni durano molto meno: un paio di mesi o, a volte, anche qualche settimana.
Anche se i lavoratori hanno qualche diritto che forse non sanno nemmeno di possedere: il lavoratore assunto a tempo determinato per lo svolgimento di attività stagionali ha diritto di precedenza rispetto a nuove assunzioni a tempo determinato da parte dello stesso datore di lavoro per le medesime attività stagionali.
Quanto al riposo settimanale, evidentemente non è detto (anzi, è improbabile) che sia la domenica. Questo perché un po’ tutte le attività commerciali (soprattutto, ma non solo, quelle ricettive e turistiche) anzi, di domenica hanno ancora più afflusso e quindi hanno bisogno di maggiore personale. Ovviamente questo non significa che il lavoratore stagionale non abbia diritto a un giorno di riposo che, però, va concordato con il titolare.
Se stai pianificando un viaggio a New York e non sai da dove cominciare, ecco…
La città di New York è conosciuta in ogni parte del mondo ed entra nel…
Il futuro sembra andare con convinzione verso la smart home. A dimostrarlo, la recente aggiunta…
Il digitale terrestre cambia nuovamente con l'arrivo del nuovo standard DVB-T2. Ecco cosa sapere per…
Le zanzare possono essere allontanate con un rimedio davvero molto semplice ed economico. Sono necessari…
IKEA è pronta a offrire una colazione gratis e buoni sconto a coloro che decidono…