In queste ore è spuntata fuori la storia del primo italiano con un chip sottopelle. Adesso ha un superpotere: ecco cosa può fare.
Una storia da fantascienza arriva direttamente dall’Italia. Sta facendo scalpore la storia di un italiano che si è fatto impiantare un chip sottopelle. Grazie a questa operazione adesso ha un superpotere a dir poco sorprendente. Andiamo quindi a vedere che cos’è successo al ragazzo.
Da anni si sente parlare della possibilità di inserire dei chip sottopelle agli esseri umani. Questo è uno degli obiettivi di Neuralink, l’azienda di Elon Musk che vorrebbe addirittura impiantarli al cervello per lottare contro le malattie mentali come il Parkinson o l’Alzheimer. Ad oggi, nonostante il via libera della FDA americana, questo risulta ancora un progetto futuristico che non è stato ancora testato sull’essere umano.
Ad oggi uno dei temi principali riguardanti sperimentazioni sul genere umano sono le questioni etiche e di privacy. Questo perché tali microchip possono essere soggetti a manipolazioni o abusi da parte di terzi. Eppure in queste ore è spuntata la storia di Mattia Coffetti, il primo italiano che si è fatto impiantare un chip sotto la pelle. Andiamo quindi a vedere tutti i dettagli riguardanti la storia che sta facendo il giro del web.
Il primo italiano con un chip sottopelle, adesso ha un superpotere: qual è
Mattia Coffetti è un giovane di 35 anni originario di Rodengo Saiano, in provincia di Brescia, L’uomo è il primo italiano con dei chip impiantati sottopelle e dopo aver installato il primo, nel 2019, ad oggi ne ha ben 5 ed hanno delle funzioni varie e sorprendenti. Confetti è un esperto in sicurezza informatica e si è fatto impiantare un chip Nfc-rfid vale a dire quello utilizzato per i pagamenti con smartphone.
Grazie a questi chip adesso Mattia riesce ad aprire porte e serrande automatizzate. Inoltre al suo interno presenta anche dei dati sensibili come quelli medici, la carta d’identità, il badge del lavoro e il profilo LinkedIn con la volontà di condividerlo. Non contento, Mattia non ha mai interrotto l’innovazione di questi chip. Tra questi ne ha anche uno per l’autenticazione dei dati bancari, mentre gli altri due hanno una connotazione più personale. Uno di questi invece funge da magnete per catturare delle vittime.
Mentre invece un altro possiede un led che si illumina quando si avvicina a una fonte elettrica. L’ultimo però che affascina maggiormente è quello che agisce come un conto prepagato. Inoltre anche l’utilizzo di questi chip non è costoso, visto che il ragazzo bresciano ha speso dagli 80 ai 100 euro per l’acquisto e l’installazione di alcuni di essi. Mentre il chip per scambiare dati ed aprire porte ha avuto un costo di 150 euro, infine quello per i pagamenti è arrivato a costare 200 euro. Ad oggi Mattia spera che le integrazioni tra uomo e tecnologia possano diventare utili per la salute umana, appoggiando quindi il progetto Neuralink di Elon Musk.