Vediamo chi è in grado di riconoscere il posto dove Oronzo Canà, l’allenatore della Longobarda, stava per comprare Maradona.
Chi ha vissuto appieno gli anni ’80, ricorda benissimo ogni particolare di quel favoloso decennio, paragonabile a quello degli anni ’60.
Gli appassionati di calcio, poi, ricordano bene (e tutt’ora guardano ancora) il film probabilmente più bello del mondo calcistico nostrano: L’allenatore nel pallone.
Protagonista il mitico allenatore Oronzo Canà, interpretato dall’attore comico pugliese Lino Banfi, sicuramente una delle sue migliori performance. Tra canzoni hit estive, che ancora oggi vengono passate per radio e nelle discoteche, e produzioni cinematografiche, ci fu tanta carne al fuoco.
La trama de “L’allenatore nel pallone”
Oronzo Canà è un allenatore disoccupato che viene ingaggiato dalla società di calcio Longobarda, nome ovviamente inventato.
Appena promossa in Serie A, e tradita dall’allenatore artefice della promozione, il suo presidente Borlotti annuncia alla Domenica Sportiva il nome del nuovo tecnico, che è appunto Oronzo Canà.
Il presidente, un piccolo industriale del nord, viene costantemente cornificato dalla giovane moglie col centravanti della squadra Speroni. Canà se ne accorge subito.
La campagna acquisti si rivela un disastro. Venduti i gioielli Falchetti e Mengoni, e con presunti giri di acquisti di Rummenigge prima, Platini poi e, per chiudere in bellezza, Maradona, Canà si ritrova una rosa senza rinforzi.
Proprio nell’hotel in cui si svolge il calciomercato, Canà conosce un sedicente agente mediatore di nome Andrea Bergonzoni (interpretato da Andrea Roncato), che convince il presidente della Longobarda a mandare insieme a lui Canà in Brasile per acquistare qualche famoso calciatore brasiliano.
Dopo tante peripezie (tra cui un’imprevista operazione di appendicite e un tentativo di truffa orchestrato da Andrea e l’amico Gigi), alla fine scovano in un campetto polveroso di periferia un giovane brasiliano talentuoso di nome Aristoteles.
Dopo un inizio zoppicante, la risalita fino alle prime posizioni di classifica grazie alle performance di Aristoteles e la successiva caduta fino alla zona retrocessione, Canà e Aristoteles riusciranno a salvare la squadra, nonostante il presidente della Longobarda avesse intimato all’allenatore di non vincere.
Il motivo? Troppo costosa la Serie A. Canà, alla fine, rinuncia al nuovo contratto proposto dal presidente in caso di retrocessione pur di salvare la squadra.
In questo posto Oronzo Canà stava per comprare Maradona
Torniamo indietro all’inizio del film, quando Canà e il presidente della Longobarda si trovano nell’hotel dove si svolge il calciomercato.
A un certo punto si ritrovano seduti a un tavolo a bordo piscina discutendo animatamente sulla fallimentare campagna acquisti.
A un certo punto arriva il mediatore Andrea, e tra una battuta e un’altra, propone al presidente di rivolgersi al mercato brasiliano per trovare rinforzi.
Come si evince dalla foto qui sopra, la scena è stata girata nell’area piscina dell’hotel Villa Pamphili, in via della Nocetta, a Roma.
Insomma, questo è il posto dove Canà era andato vicino a comprare Maradona.