Si possono contrarre le nozze se si è cugini? Questa è una questione antica e dibattuta a cui la legge ha dato risposta
Ai tempi d’oggi se n’è sempre parlato tanto, anche se con molte riserve e dubbi. Le nozze tra parenti continuano ad essere un tabù per l’umanità intera. Una questione che è nata insieme all’essere umano, che è insita nella natura umanoide, che con il tempo è rimasta soffocata, sospesa, senza risposta alcuna. Ma questa curiosità non smette di farsi sentire. Si può tentare oggi di fornire una spiegazione una volta per tutte a tale quesito?
Per cercare di chiarire l’argomento, si deve considerare che, fin dai tempi antichi, la questione del vincolo coniugale tra persone dello stesso sangue non era vista come un problema, anzi. Poiché di solito a doversi sposare erano personalità di alto lignaggio, appartenenti a stirpe aristocratica, si riteneva che fosse indispensabile mantenere il sangue puro per la continuità della casata.
Pertanto, dal punto di vista scientifico, le conseguenze del caso venivano ignorate e quindi i figli generati da tali unioni spesso si presentavano con dei problemi o delle patologie genetiche di vario genere, causate dalla consanguineità. Ma questo si è scoperto solo in un tempo successivo.
La risposta della legge sulle nozze tra cugini
Nelle circostanze in cui si celebravano delle unioni tra parenti, il caso più frequente vedeva come protagonisti i cugini, poiché questi non hanno un vincolo diretto di consanguineità, ma collaterale, quindi condividono uno o due avi. Per cui, anche oggi, in molti luoghi del mondo, non è preclusa questa unione.
Ma cosa accade in Italia, invece? Nel nostro paese, la presenza della Chiesa cattolica condiziona molto e rende più complicata la questione. Questo perché la religione cristiana non vede di buon occhio i matrimoni tra parenti e generalmente non li consente, a causa dell’alta potenzialità di nascite con anomalie genetiche. Quindi, per poter contrarre matrimonio canonico, gli aspiranti coniugi devono farsi rilasciare un permesso particolare dall’organo giurisdizionale del luogo in cui risiedono.
Per quanto riguarda, invece, l’ambito civilistico, in Italia, la legge non proibisce ai cugini di qualunque grado di sposarsi. Il che rappresenta sicuramente una forte elasticità, nonché una particolarità, in un mondo ormai evoluto come il nostro e nonostante siano ben note le conseguenze e le alte probabilità di rischio per l’evoluzione della società. Sarà forse anche per questo, che le unioni tra individui che hanno lo stesso sangue non sono ancora diventate un fenomeno sociale e il pregiudizio su questo argomento non cessa.