Si ripete ben tre volte all’anno, un fenomeno che ancora non ha una spiegazione scientifica. Il Sangue di San Gennaro e i fedeli.
La Cattedrale di Santa Maria Assunta di Napoli è sempre gremita di fedeli, attenti ad assistere a uno dei fenomeni religiosi che i napoletani – ma non solo – amano molto. Si tratta della liquefazione del sangue di San Gennaro, il tanto amato patrono della città. Un rito che ha dell’incredibile e che si verifica quando l’Arcivescovo della città preleva due ampolle – ben conservate in una teca – e le mostra ai fedeli, in attesa che quel sangue all’interno da solido diventi liquido.
Se si scioglie allora ci sarà tanta benedizione nei mesi a venire, in caso contrario qualcosa di terribile e funesto si attende. Un rito che si pratica da più di sei secoli per ben tre volte all’anno. Il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre – giorno in cui si festeggia il Santo Patrono della città di Napoli San Gennaro – e il 16 dicembre – quando cade l’anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631. In quell’occasione sembra che San Gennaro fece davvero il miracolo fermando la lava in arrivo in città.
Durante il rito avvenuto nello scorso dicembre, il sangue è rimasto solido e non si è sciolto. Ma questo avvenimento si era già verificato in passato e coincise con delle date importanti, come quella della Prima Guerra Mondiale, oppure il terribile terremoto dell’Irpinia nell’ 80. Ma anche quando ci fu l’epidemia del colera e più recentemente quando il mondo intero è stato bloccato dalla pandemia del 2020. Proprio quei momenti tragici e difficili furono preceduti dall’avvenimento del sangue di San Gennaro che non si sciolse.
La Chiesa Cattolica non ha mai riconosciuto ufficialmente questo rito della liquefazione del sangue di San Gennaro come un fenomeno miracoloso. Ma nello stesso tempo ne ha approvato la incredibile venerazione popolare e il fatto che milioni di fedeli, da ogni parte del mondo, si recano a Napoli ad ammirare il rito e non si tratta di pura curiosità ma di vera devozione religiosa. La storia di questo miracolo è stata ricostruita e studiata da docenti universitari, chimici e vari studiosi i quali hanno cercato di attribuire la causa dello scioglimento del sangue.
Nella spiegazione del miracolo di San Gennaro e dello scioglimento del sangue non è mancato l’approccio scientifico. Ci si concentra sull’analisi della sostanza all’interno delle ampolle e la manipolazione durante la cerimonia. Ci furono dei chimici che tentarono di riprodurre la sostanza con due miscele simili. Una a base di cacao in polvere e zucchero e l’altra a base di caseina e sale in siero di latte. Scuotendo i rispettivi composti i due componenti venivano mescolati e quindi passavano da solido a liquido. Ma comunque entrambe le miscele non somigliavano a quello presente nelle ampolle durante il rito religioso e quindi le ipotesi non sono attendibili. Anche perché nel 1389 – anno in cui si ha la notizia del Sangue di San Gennaro nell’ampolla – il cacao in polvere non era ancora arrivato a Napoli.
Una domanda sorge spontanea e attira gli studiosi del rito. Cosa c’è effettivamente nell’ampolla? La chiesa ne impedisce l’apertura dato che è sigillata. Ma comunque è una sostanza già analizzata in passato – dall’esterno – e con la presenza di un qualcosa simile all’emoglobina, presente nel sangue. Altri studi hanno messo in evidenza che forse questi pigmenti rossi possono essere confusi con l’emoglobina. L’ipotesi che ci sia realmente del sangue all’interno delle ampolle è molto debole secondo alcuni studiosi del rito religioso.
Sono proprio le sostanze tissotropiche a dare una possibile spiegazione al fenomeno di scioglimento. Si tratta di sostanze gelatinose le quali sono in grado di passare da solide a fluide, quando ci sono delle sollecitazioni meccaniche, quindi del movimento. Una volta tornate a risposo si solidificano. Sono stati preparati addirittura dei campioni di sostanze tissotropiche con lo stesso aspetto del sangue di San Gennaro. Facendo degli esperimenti, gli studiosi del caso hanno notato l’importanza della presenza di un minerale chiamato molisite, il quale si trova presso i vulcani attivi. Fu questo minerale a destare l’attenzione visto che Napoli è vicino al Vesuvio. Il molisite era la sola fonte di cloruro ferrico dell’epoca in cui iniziò il fenomeno e il cloruro ferrico è stato utilizzato dagli studiosi per fare esperimenti e comprendere la natura del sangue di San Gennaro.
Ovviamente si tratta solo di ipotesi e nulla di sicuro, ma è comunque una sostanza che a riposo – in luoghi freschi come la teca della Cattedrale – diventa solida e una volta agitata – nelle mani, vicino a candele accese e in presenza di migliaia di fedeli, quindi con la presenza di calore – si scioglie.
Il Miracolo di San Gennaro è ancora tutto da dimostrare scientificamente, ma i fedeli sono sempre lì in attesa che quel sangue si sciolga e benedica Napoli e il Mondo!
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