L’acqua è un bene essenziale e non illimitato. Bisogna stare molto attenti allo spreco. Ecco quali sono i dati riferiti all’anno 2020.
L’acqua potabile è una risorsa naturale primaria destinata al consumo, permettendo la sopravvivenza degli esseri viventi. I processi di potabilizzazione permettono di migliorare le proprietà dell’acqua rendendola potabile, classico esempio è l’aggiunta di cloro come disinfettante. Purtroppo però iniziano ad esserci dati allarmanti per quanto riguarda lo spreco di acqua potabile e questo potrebbe avere conseguenze devastanti a livello mondiale.
I dati purtroppo non fanno riferimento solamente a paesi lontani da noi ma riguardano anche l’Italia. Uno studio appena pubblicato da Eurispes infatti ha fatto presente un quadro molto allarmante sia a livello gestione sia per quanto riguarda i singoli cittadini. La principale criticità riguarda la presenza di un sistema infrastrutturale antiquato e disfunzionale, concepito sulla base delle necessità degli anni Cinquanta. Vediamo in dettaglio quali sono i dati riferiti all’anno 2020.
Secondo i dati riferiti all’anno 2020, le perdite idriche sono state pari al 42,2% del volume di acqua immessa, cioè 3,4 miliardi di metri cubi di acqua ogni anno. Ogni giorno in Italia vengono buttati 157 litri di acqua per abitante pari al fabbisogno idrico di circa 43 milioni di persone.
La crisi climatica va poi a peggiorare questa situazione e le stime non sono incoraggianti. Esse dicono che entro il 2100 la riduzione della disponibilità annua di acqua vanno da un minimo del 10% ad un massimo del 40%. Inoltre anche i consumi dei singoli cittadini evidenziano che gli italiani sono la popolazione meno virtuosa a livello europeo. Essi infatti consumano 220 litri pro capite al giorno contro una media europea di 123 litri di acqua per abitante al giorno.
Secondo lo studio inoltre l’ammodernamento e il rifacimento della nostra rete idrica è una delle cose che dovrebbe avere la priorità per contrastare questo problema. Purtroppo però sarebbe necessario anche adottare misure di adattamento ai cambiamenti climatici che favoriscano un uso più razionale ed efficiente delle risorse a nostra disposizione.
Per esempio basti pensare come l’Italia potrebbe recuperare, attraverso la depurazione e il riuso delle acque reflue, circa 8,5 miliardi di metri cubi di acqua potabile. Anche se a partire dal 2012 si è assistito ad un graduale e costante aumento degli investimenti nella rete idrica, come cifre rimaniamo ampiamente al di sotto della media europea. E ciò secondo l’Eurispes è collegato al livello tariffario che, nel nostro Paese, resta tra i più bassi d’Europa.
Speriamo quindi che si possa fare qualcosa al più presto per contrastare questo problema, perché l’acqua è vitale!
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