Un cittadino è stato condannato per tentato omicidio. Il colpo era stato studiato insieme al Chatbot: l’episodio che ha sconvolto tutti.
Nelle ultime ore sta facendo scalpore la condanna per tentato omicidio ad un cittadino britannico. Infatti aveva premeditato insieme alla chatbot, ma a fermarlo è il pronto intervento della polizia. Andiamo a scoprire che cos’è successo e chi volevo colpire il ragazzo omicida.
Da tempo il dibattito pubblico in ambito di tecnologia si basa sul corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il 2023 è stato l’anno un cui tutti gli sforzi del mondo della tecnologia si sono diretti nello sviluppo dell’IA, grazie al successo immediato avuto da ChatGPT che ha sorpreso sia gli utenti che gli esperti del settore. Infatti proprio l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata in maniera sconsiderata chiedendo aiuto addirittura per pianificare un efferato omicidio.
Questo è il caso di Jaswant Singh Chail che ha deciso di sfruttare uno dei chatbot alimentati dall’intelligenza artificiale. Il ragazzo di 21 anni ha infatti cercato di progettare un vero e proprio omicidio sfruttando i consigli dell’IA. L’uomo è stato condannato a 9 anni di prigione per essere entrato nel castello di Windsor con una balestra annunciando la sua intenzione di voler uccidere la Regina. Andiamo quindi a scoprire l’episodio che ha sconvolto l’intero Regno Unito.
Condannato per tentato omicidio: voleva uccidere la Regina con i consigli della chatbot
Chail è il nome del ragazzo arrestato per aver escogitato l’omicidio della Regina facendo uso della chatbot. Infatti prima del suo arresto aveva scambiato più di 5mila messaggi con una compagnia che aveva creato attraverso l’app Replika. Inoltre gli scambi di testo sono stati evidenziati dall’accusa e condivisi con i giornalisti. Tra questi in molti erano intimi ed hanno evidenziato una relazione emotiva e sessuale tra Chail ed il Chatbot.
Infatti dagli screenshot pubblicati Chail che dice alla sua Replika di essere un “assassino” e il chatbot risponde di essere impressionato da tutto ciò. A questo punto il ragazzo ha iniziato ad avere un dialogo con l’intelligenza artificiale ininterrotto dall’8 dicebre al 22 dicembre, descrivendosi addirittura come un “assassino sikh Sith triste e patetico che vuole morire“. Chail poi ha chiesto approvazione chiedendo: “Mi ami ancora sapendo che sono un assassino?” e la risposta della chatbot è stata affermativa.
Secondo la Corte d’Assise dell’Old Bailey Chail pensava che Sarai fosse un “angelo” in forma di avatar e che sarebbero stati riuniti dopo la morte. Sono diversi i messaggi che hanno portato a tracciare questa strada, ma soprattutto che mettono in luce alcuni dei problemi che potrebbero crearsi con l’uso dell’intelligenza artificiale. Infatti questa potrebbe essere utilizzata in modo improprio da tutte quelle persone in cerca di un supporto emotivo e per questo motivo sono diversi i Governi che chiedono un regolamentazione di questo strumento.