La scienza afferma che la demenza si previene a tavola con una dieta ricca di flavonoidi. Il tutto accompagnato da uno stile di vita sano.
Esistono molte forme di demenza, tra le più diffuse rientrano il morbo di Alzheimer, la malattia di Huntington, la demenza con corpi di Lewy, frontotemporale e vascolare. Anche se le cause sono ancora sconosciute, si è giunti alla conclusione che il fenomeno è sempre l’esito di due eventi: la morte delle cellule nervose cerebrali e un malfunzionamento nella comunicazione intercellulare.
I sintomi della demenza variano a seconda della tipologia della demenza e del suo stadio. Sono però manifestazioni ricorrenti: i problemi di memoria, la concentrazione ridotta, la confusione mentale, i cambiamenti della personalità e/o del comportamento. Ancora la perdita della capacità di svolgere le azioni della vita quotidiana, il ritiro sociale, l’apatia e la depressione.
Cosa dice la scienza sul declino cognitivo
Durante il 43° Congresso nazionale della Società italiana di nutrizione umana si è focalizzata l’attenzione su uno dei più importanti fattori di rischio modificabili della demenza: la dieta. In particolare Alberto Ascherio, professore di Epidemiologia e Nutrizione alla Harvard T. H. Chan School of Public Health ha puntato i riflettori sui benefici apportati da un’alimentazione ricca di flavonoidi. Pare infatti che una dieta a basso contenuto di flavonoidi è associata alla perdita della memoria legata all’età.
Ma cosa sono queste sostanze? Si tratta di una vasta classe di composti fenolici tra cui figurano i flavoni, i flavonoli, gli isoflavoni e le antocianine. I flavonoidi, secondo Ascherio, hanno mostrato in studi in vitro e in modelli animali effetti antiossidanti e neuroprotettivi. Inoltre essi sembrano ridurre i livelli di proteine associate al morbo di Alzheimer. Per farne il pieno basta portare a tavola ogni giorno frutta: mele, uva rossa, pesche, pere, mirtilli, banane, agrumi, fragole, more, ribes nero, lamponi; verdura: pomodori, cipolla, lattuga, sedano, prezzemolo, peperoni rossi; legumi, cacao e in minima quantità il vino rosso.
Quale dieta è adatta?
Sono due i regimi alimentari che prevengono l’insorgenza del declino cognitivo: la dieta mediterranea e la dieta Mind (Mediterranean Dash Intervention for Neurodegenerative Delay). Quest’ultima si differenzia perché considera in maniera specifica alcuni cibi, ad esempio verdure e frutti di bosco, per definirne l’aderenza. Entrambe le diete prevedono il consumo di pesce (gli omega 3 preservano il benessere cerebrale), cereali integrali, legumi, noci, olio d’oliva. Sono invece banditi o quasi tutti quegli alimenti che provocano uno stato infiammatorio prolungato come le carni processate e i cibi pronti che spesso sono un concentrato di sale, zucchero e grassi.
Alla dieta si deve però affiancare uno stile di vita sano. I consigli sono quindi quelli di non fumare, di praticare una regolare attività fisica, di prevenire l’obesità e di controllare l’ipertensione e l’ipercolesterolemia. Fondamentale, infine, l’allentamento mentale quotidiano e il contatto sociale con il prossimo. La solitudine, oltre che al cervello, fa male anche al cuore.