Uno dei pionieri dell’AI ha deciso di fare di tutto per proteggere l’umanità dall’intelligenza artificiale: ecco perché
Si chiama Yoshua Bangio e nel 2018 è stato insignito del Premio Turing, quello che viene considerato a tutti gli effetti come il Nobel dell’informatica. I suoi meriti sono legati allo sviluppo delle reti neurali artificiali, quelle che recentemente hanno invaso le cronache mondiali con il nome di Intelligenze Artificiali.
Bangio è quindi stato uno dei testimoni privilegiati del rapido quanto sconvolgente sviluppo delle potenzialità dell’Intelligenza artificiale. Il balzo in avanti compiuto da questi novi software negli ultimi mesi è infatti stato assolutamente impressionante e ha superato i livelli di allerta che gli stessi scienziati si erano posti durante il loro sviluppo. Proprio l’improvvisa e imprevista accelerazione dello sviluppo dell’AI ha condotto i padri di questo nuovo software alla necessità di prendere provvedimenti per proteggere l’umanità.
“Fermate la ricerca sull’AI”: l’appello degli scienziati
“Si pensava che sarebbe avvenuto tra decenni o addirittura tra secoli, ma ora crediamo che potrebbe accadere tra pochi anni o decenni, ma guardando a un lasso di tempo più breve, diciamo cinque anni, la situazione è davvero preoccupante, perché avremo bisogno di più tempo per mitigare efficacemente le minacce potenzialmente significative [delle AI] alla democrazia, alla sicurezza nazionale e al nostro futuro collettivo” ha dichiarato Bengio davanti a una sottocommissione del Senato degli Stati Uniti.
La sottocommissione si è assunta il compito non facile di provvedere alla stesura di una nuova legislazione che sia in grado di regolamentare l’utilizzo dell’AI e di prevenire, quindi, tutti i suoi utilizzi potenzialmente pericolosi.
La paura che si sta impossessando di uno dei padri dell’AI è che presto le intelligenze artificiali potrebbero colmare il divario che a oggi le separa dalla mente umana. Potrebbero cioè diventare in grado di eseguire ragionamenti corretti e complessi molto più velocemente della mente umana, esattamente come gli attuali computer hanno capacità di calcolo assolutamente irraggiungibili per quelle umane.
Se questi strumenti venissero sviluppati, secondo Bengio potrebbero essere utilizzati per “progettare qualcosa di letale” come per esempio progettare e lanciare attacchi informatici e realizzare obiettivi che a oggi, nel settore della chimica e della biologia, vengono ancora progettate a mano.
Bengio, insieme a molti altri scienziati, è tra i firmatari di una lettera aperta uscita lo scorso marzo su iniziativa del Future of Life Institute. In quella lettera si invitavano tutti i laboratori attualmente al lavoro sull’intelligenza artificiale a sospendere ogni ricerca, almeno fino a che il mondo non sarà pronto a sopportare, o meglio a contenere, i loro risultati.