La figlia di Robin Williams, Zelda, denuncia un’iniziativa “inquietante” ai danni del suo amato papà, morto suicida nel 2014.
Tutti noi ricordiamo con affetto e nostalgia Robin, indimenticabile protagonista di tantissimi film entrati nella storia del cinema e, soprattutto, nelle nostre vite, da L’attimo fuggente a Mrs. Doubtfire. L’attore è morto suicida nel 2014 all’età di 63 anni dopo aver combattuto ansia, depressione e il morbo di Parkinson. L’autopsia rivelò che aveva anche la demenza da corpi di Lewy. Ma ora, a quasi 10 anni dalla sua prematura scomparsa, c’è chi, a detta sua figlia, ne oltraggia la memoria.
La figlia di Robin Williams, Zelda, punta l’indice contro un uso “inquietante” dell’intelligenza artificiale (AI) di cui fa le spese chi, purtroppo, come suo padre non c’è più. E dunque non può difendersi in prima persona e tutelare i propri diritti come uomo prima ancora che come professionista. Ecco cosa ha scritto Zelda Williams su Instagram.
L’ultimo schiaffo a Robin Williams
Il nodo del contendere è l’uso delle nuove tecnologie per ricreare la voce di Robin Williams e di altri attori che non possono esprimere il loro consenso o dissenso al riguardo. Come riporta Deadline, Zelda ha recentemente pubblicato su Instagram Stories un post nel quale si schiera con la Screen Actors Guild (SAG) contro certi utilizzi distorti dell’AI. In particolare, la figlia del noto attore condanna la pratica della riproduzione artificiale delle voci, paragonando l’effetto a un “orrendo mostro frankensteiniano”.
“Non sono una voce imparziale nella lotta della SAG contro l’AI”, ha scritto Zelda in una lunga dichiarazione condivisa su Instagram durante lo scorso fine settimana. “Ho assistito per anni ai tentativi di addestrare queste tecnologie per creare/ricreare attributi di attori che non possono dare o negare il loro consenso, come papà. Questo non è teorico, è molto molto reale”. Zelda ha aggiunto: “Riprodurre la sua voce per fargli dire quale che si vuole a mio avviso è inquietante. Le implicazioni vanno ben oltre i miei sentimenti. Gli attori viventi meritano la possibilità di creare personaggi con le loro scelte, di doppiare cartoni animati, di mettere il loro impegno e tempo UMANO nella ricerca della performance”.
E ancora: “Queste riproduzioni sono, nella migliore delle ipotesi, una brutta copia di personaggi ben più grandi, ma in quella peggiore un orrendo mostro frankensteiniano, frutto della parte più marcia dell’industria del cinema e dell’intrattenimento, invece di ciò che dovrebbe rappresentare”.