La Legge di Bilancio 2024 ha sollevato una serie di perplessità relative alla Riforma previdenziale. Quali sono le modifiche più temute?
La Manovra finanziaria avrà un enorme impatto sul sistema pensionistico italiano, soprattutto in questo periodo di profonda crisi economica.
Uno degli aspetti più problematici è la riduzione del quoziente di rivalutazione delle pensioni superiori a 4 volte il trattamento minimo (ossia circa 2.100 euro lordi).
Ogni anno, infatti, gli assegni pensionistici sono rivalutati sulla base dell’inflazione registrata nell’anno precedente.
I contribuenti con redditi più elevati, tuttavia, ricevono un aumento minimo, per evitare un gravame eccessivo sulle casse dello Stato.
Già lo scorso anno, il Governo, per risparmiare 10 miliardi di euro, ha deciso di ridurre l’adeguamento dal 90% all’80%, per chi possiede redditi superiori a 4 volte la pensione minima.
La Legge di Bilancio 2024, purtroppo, non ha apportato modifiche migliorative in tal senso perché ha ridotto il quoziente di rivalutazione per le pensioni lorde superiori a 5.200 euro.
Ma quello che preoccupa i pensionati non è soltanto la rivalutazione.
Pensione anticipata: dal prossimo anno cambia tutto
L’ultima Manovra finanziaria non convince i contribuenti, che temono misure eccessivamente restrittive e la perdita della possibilità di accedere a strumenti di pensionamento anticipato.
Per il prossimo anno, è stata rinnovata Quota 103, ma con nuove restrizioni. È stato, infatti, abbassato il tetto massimo dell’assegno per l’accesso alla misura, che è passato da 5 a 4 volte il trattamento minimo.
La pensione, poi, sarà completamente contributiva, con penalizzazioni che potranno sfiorare anche il 10% dell’ammontare totale.
Ha destato perplessità e preoccupazione anche l’innovazione del sistema dell’Ape Sociale e di Opzione Donna.
In particolare, per quest’ultima è stata fortemente ridotta la platea di beneficiarie e sono stati previsti requisiti anagrafici più stringenti. Lo strumento di flessibilità in uscita, infatti, non è più aperto a tutte le donne, ma esclusivamente a coloro che appartengono ad una delle seguenti categorie:
- invalide almeno al 74%;
- caregivers, da non meno di 6 mesi, del coniuge o di un familiare disabile grave;
- disoccupate o dipendenti di aziende in crisi.
Per quanto riguarda il presupposto anagrafico, invece, è stato innalzato da 60 a 61 anni. Opzione Donna, quindi, potrà essere utilizzata ancora da pochissime contribuenti.
Destino simile anche per Ape Sociale, per la quale l’età di accesso è stata modificata da 63 a 63 anni e 5 mesi.
In conclusione, la Legge di Bilancio 2024 contiene delle misure che limitano il diritto al pensionamento anticipato di molti contribuenti e lavoratori. La situazione è molto più sconfortante se si pensa che la riforma era stata pensata per evitare il ritorno assoluto alla Legge Fornero, ma, di fatto, finisce per ritardare la pensione.