Lo stipendio netto in busta paga è ciò che effettivamente incassa il lavoratore. Come individuarlo?
Come ogni lavoratore dipendente dovrebbe sapere, in busta paga lo stipendio va distinto tra lordo e netto. Ciò in quanto imposte e contributi previdenziali costituiscono le cd. trattenute, ovvero quelle voci che, di fatto, gravano sull’ammontare finale della retribuzione.
L’importo della retribuzione mensile netta è dunque inferiore rispetto alla retribuzione lorda, ma in che modo si arriva alla determinazione del netto? Cos’è il cuneo fiscale e perché incide? Di seguito qualche delucidazione al riguardo, in modo da capire un po’ meglio quali variabili sono in gioco nel passaggio da stipendio lordo a stipendio netto. I dettagli.
Un dato di fatto è molto importante: quantificare lo stipendio netto è essenziale per tutti i lavoratori dipendenti, allo scopo di conoscere non solo il giusto ammontare della retribuzione spettante, partendo dal lordo – ma anche il valore di imposte e contributi versati. E ciò specialmente in un paese come l’Italia, dove il cuneo fiscale incide particolarmente sugli effettivi guadagni del singolo lavoratore.
Detto cuneo altro è non è che la somma delle imposte (dirette, indirette, contributi previdenziali) che gravano sul costo del lavoro, sia dalla parte delle aziende, sia rispetto ai lavoratori subordinati, autonomi o liberi professionisti. In altre parole il cuneo fiscale consiste nella differenza tra il costo totale del lavoro per l’azienda e il reddito netto che il lavoratore riceve.
Il dato del citato cuneo è di rilievo perché con esso si possono quantificare gli effetti della tassazione del costo del lavoro sul reddito dei dipendenti, sull’occupazione e sul mercato del lavoro. Chiaramente il lavoratore avrà tutto l’interesse a che il calcolo sia svolto con correttezza e nel pieno rispetto della legge.
E ciò in particolare in un sistema come quello italiano, caratterizzato da un elevato cuneo fiscale, ovvero da una notevole differenza tra il costo sostenuto dall’azienda per il lavoro svolto dalle persone ed il netto che queste ricevono in busta paga.
Il panorama di variabili di cui tener conto, per passare dall’importo lordo all’importo netto e avere contezza dello stipendio mensile è ovviamente esteso: dalle ritenute e detrazioni fiscali alle ritenute contributive ed assistenziali, passando per i bonus. Di ciò si occupano, nelle aziende, gli addetti delle risorse umane, a cui il lavoratore potrà sempre chiedere ragguagli o spiegazioni in riferimento alla propria busta paga.
Ricapitolando, lo stipendio netto è individuato con il calcolo – e la sottrazione – delle imposte sul reddito e delle trattenute previdenziali, ovvero le somme periodicamente versate per costituire in futuro la propria pensione. Ma vi possono essere altresì ulteriori elementi in grado di influenzare lo stipendio netto, come eventuali rimborsi spese o bonus. Soltanto tenendo conto di tutte queste variabili, sarà possibile calcolare correttamente il proprio stipendio netto.
Ecco perché sapere quanto pesano le imposte (Irpef e addizionali) e i contributi previdenziali, ma anche quali sono le agevolazioni fiscali in gioco, è una informazione di assoluto rilievo per tutti i lavoratori e le lavoratrici subordinate.
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