Le MotoGP rappresentano il massimo della tecnologia su due ruote. Gli ingegneri si avvalgono anche di aziende top per alcuni elementi indispensabili come gli impianti frenanti.
La top class rappresenta il giardino dei migliori 24 piloti al mondo, essendo la categoria di punta del Motomondiale. È un sogno che si realizza per pochissimi centauri e solo i migliori riescono ad arrivare sul tetto del mondo. Si tratta di una delle categorie che ha regalato maggiore divertimento agli appassionati, soprattutto per le rivalità e il livello di moto in pista.
I bolidi della classe regina, storicamente, erano guidati da piloti maturi che avevano anche il fisico per gestire una potenza spropositata. L’ultimo mondiale della classe 500 lo ha vinto Valentino Rossi nel 2001 prima che il nuovo regolamento lanciasse le moto prototipo 1000 di cilindrata. In questo scenario è emerso lo strapotere tecnico del brand italiano Ducati che, negli ultimi quattro anni, ha fatto incetta di vittorie nella graduatoria costruttori, mettendo all’angolo Yamaha e Honda.
Dietro al segreto della casa di Borgo Panigale ci sono tecnici straordinari che hanno elaborato una scheggia battezzata Desmosedici in grado di raggiungere prestazioni impressionanti. I marchi giapponesi, invece, sono finiti in una crisi talmente profonda da spingere persino la Suzuki a lasciare il Paddock al termine della scorsa annata. Se da un punto di vista telaistico, anche grazie alle soluzioni ideate dall’ing. Luigi Dall’Igna, la Desmosedici ha fatto il vuoto, va riconosciuto come il ruolo del pilota è sempre meno impattante rispetto alla qualità del mezzo.
Rispetto al passato i centauri sembrano più dei passeggeri di mezzi che corrono sui binari, replicando il concetto che aveva in passato caratterizzato anche la F1. La MotoGP, naturalmente, gode di maggiori variabili rispetto alla categoria regina dell’automobilismo. Si tratta sempre di veicoli estremi che rendono al massimo su tracciati che sono stati concepiti, tra l’altro, in un altro periodo storico. Ecco come vedere lo sport e il Motorsport in TV.
Gli impianti frenanti dei bolidi della MotoGP
Le staccate dei centauri più rappresentativi rappresentano un cult per i fan. In questa speciale abilità Marc Marquez, Fabio Quartararo, Jorge Martin sono tra i migliori della griglia. Coloro che inseguono devono inventarsi un modo per riuscire ad anticipare le mosse dell’avversario, frenando tardissimo.
Per riuscire in una tale impresa che, a volte, si sostanzia nel passaggio da una top speed di oltre 350 km/h a curve lente a 60/80 km/h ci sono i freni Brembo con doppio disco anteriore in carbonio da 340 mm con pinze a quattro pistoncini. Il disco posteriore singolo in acciaio con pinza a due pistoncini permette di tenere a freno la velocità supersonica che i motori 1000 cc di 250 cavalli quattro tempi scaricano sulle mescole Michelin (cerchi anteriori e posteriori di 17 pollici).
La tecnologia Brembo rappresenta il top da sempre, avendo festeggiato il quarantottesimo anno di presenza nel mondiale nel 2023. La GP4 è diventata la pinza a quattro pistoni più utilizzata nella top class. Grazie alle tecnologie moderne i dischi in freno in carbonio ed altri materiali consentono un peso ridottissimo. Il carbonio, infatti, permette una riduzione delle masse non sospese grazie un coefficiente d’attrito minimo che rende possibile un peso totale di appena 5,5 chilogrammi per l’impianto frenante dei prototipi della MotoGP.