Non sono solo gli anziani a soffrire di pressione alta, come spesso si tende a pensare. Ecco quando è necessario preoccuparsi e rivolgersi al medico.
Si tende spesso ad associare la pressione alta alle persone che non sono più giovanissime, come se fosse una sorta di “tassa” da sopportare con il trascorrere degli anni. Questo può essere sicuramente vero, sono pochi gli anziani che non soffrono di questo problema, ma non è così automatico.
Tenere sotto controllo questo valore, cosa che si può fare anche a casa se si è dotati dell’apposito apparecchio, non può che essere determinante, in modo tale da rivolgersi al medico se la situazione persiste da tempo. A volte, infatti, questo può accadere se si vive un periodo di tensione, ma se avviene da mesi è importante intervenire con una visita e una terapia farmacologica adeguata.
Tenere sotto controllo la pressione arteriosa può essere importante, con la consapevolezza di come questo problema possa generare conseguenze da non sottovalutare. Si parla di “pressione alta” quando questa è superiore a 140/90 (anche per uno solo dei due valori).
Non è ovviamente sempre possibile rivolgersi al medico curante, ma ci sono delle situazioni in cui è bene non perdere tempo e recarsi al pronto soccorso più vicino. Si dovrebbe agire in questo modo se si riscontrano alcune situazioni ben precise:
L’ipertensione è una patologia che viene spesso associata a chi non è più giovanissimo, ma questo è vero solo in parte. Si riscontra infatti una crescita di under 35, che stanno riscontrando il problema. Tra i fattori che possono incidere c’è l’ereditarietà, spesso chi ha un parente iperteso potrebbe riscontrare la stessa situazione. Non si deve però trascurare anche il ruolo svolto dagli stili di vita, spesso irregolari. Basti pensare a una dieta con un’eccessiva quantità di sale, alcol, fumo e stress.
Molti esperti ritengono che sia importante evitare anche di prendere la pillola contraccettiva troppo a lungo, pur sapendo come il rischio possa essere ridotto con le nuove formulazioni, che contengono meno estrogeni rispetto al passato. Non si deve comunque scartare a priori la possibilità di assumerla, ma valutare con il ginecologo quando e come farlo, specialmente in casi di ereditarietà alla pressione alta o in caso di ipertensione in gravidanza, obesità e malattie renali.
Nella maggior parte dei casi se la situazione dovesse diventare costante, il dottore potrà prescrivere una pillola ad hoc, che potrà servire ad abbassare il valore. Non sempre l’effetto risulta essere immediato, spesso il fisico deve adattarsi alla terapia, ma in alcuni casi può essere necessario anche variare la tipologia scelta.
Come detto, anche il ruolo della dieta è determinante, proprio per questo chi soffre di pressione alta (o teme di incorrere nel problema) dovrbbe prestare attenzione a quello che mangia. A questo proposito può essere utile eseguire la dieta ad hoc predisposta da alcuni nutrizionisti, la Dash, Dietary Approaches to Stop Hypertension.
Secondo quanto previsto, a ogni pasto non dovrebbero mai mancare frutta e verdure, che garantiscono magnesio, potassio e calcio all’organismo. Si dovrebbe poi prevedere il consumo di legumi più volte a settimana e i cereali integrali per l’alto contenuto di fibre, meglio se almeno una volta al girono.
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