Il conflitto tra Israele e Hamas continua ininterrottamente da 38 giorni. Si pensa al domani quando oggi le notizie sono terribili.
A Gaza muore un bambino ogni dieci minuti. Bastano queste poche parole per far comprendere l’orrore del conflitto in atto.
Israeliani e palestinesi continuano la loro lotta a discapito di bambini, donne e civili. Il conflitto che da 38 giorni infuria nella striscia di Gaza sta mostrando tutta la cattiveria del genere umano e di chi è disposto a tutto pur di raggiungere un obiettivo che reputa fondamentale.
Le richieste internazionali per un cessate al fuoco vengono respinte da Baniamin Ntanyahu e la situazione diventa sempre più tragica. Gli ospedali a Gaza sono in ginocchio. Tre giorni senza elettricità né acqua, incapacità di fornire cure essenziali con la conseguenza di un aumento del numero dei pazienti deceduti. E il mondo guarda mentre i luoghi che dovrebbero essere sicuri si trasformano in catastrofici scenari di morte. Nessun cessate il fuoco e Hamas ha interrotto le trattative sugli ostaggi. Quali previsioni si possono fare oggi considerando questo scenario?
La comunità internazionale si chiede quando finirà il conflitto Israele-Hamas e in che modo ne uscirà la Palestina. L’ex capo di stato maggiore israeliano Aviv Kochavi pensa che si potrebbero attendere ancora diversi mesi prima che l’esercito di Israele completi l’operazione.
Mesi durante i quali il conflitto potrebbe coinvolgere altri Paesi come l’Iran o il Libano. Senza dimenticare che la presenza americana nella zona potrebbe portare un coinvolgimento mondiale. In generale, comunque, la superiorità di Israele non sembra essere in discussione. Cosa accadrà alla Palestina dopo la sconfitta di Hamas?
Ricordiamo che nella striscia di Gaza la presenza di Hamas è solida, L’ONU riconosce il territorio come parte della Palestina mentre in Cisgiordania c’è a capo l’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen anche se il mandato è scaduto nel 2009. Nuove elezioni significherebbe, però, poter regalare la vittoria ad Hamas e di conseguenza la comunità internazionale non ha mai spinto per queste elezioni.
Finita la guerra potrebbe accadere che Gaza e la Cisgiordania passino sotto un controllo unificato (a detta di Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale) con a capo l’Autorità Nazionale Palestinese. Il primo ministro israeliano Netanyahu la pensa diversamente anche se non si è sbilanciato attendendo prima la fine del conflitto.
Gli Stati Uniti auspicano la direzione di Abu Mazen ma l’Occidente non ha le idee chiare sul futuro della Palestina che è ancora tutto da scrivere.
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