Le pensioni sono assegnate sulla scorta di precisi criteri di calcolo. Ecco come funzionano nel nostro ordinamento.
Oggi lo scenario delle pensioni è sempre più articolato e complesso e, non di rado, il lavoratore non sa come orientarsi, non comprendendo quando potrà uscire dal mondo del lavoro e con quali modalità.
Vero è che riuscire a dare una risposta precisa a queste domande non è semplice, perché vi sono molte variabili e ogni situazione personale è diversa dalle altre.
Di seguito, in breve, proveremo a fare un po’ di chiarezza su questi temi, distinguendo i tre fondamentali sistemi di calcolo delle pensioni nel nostro ordinamento, ovvero quello contributivo, quello retributivo e quello misto. Come funzionano? Come sono caratterizzati? Scopriamolo insieme.
Presso le gestioni amministrate dall’INPS, uno dei sistemi di individuazione dell’importo della pensione è rappresentato dal calcolo contributivo (legge n. 335/1995). Esso si fonda sulla contribuzione accreditata, rivalutata anno dopo anno, e sull’età anagrafica del lavoratore.
Detto sistema di calcolo pensioni si applica a quei lavoratori senza contributi al 31 dicembre 1995, o che hanno scelto una opzione ad hoc (ad es. l’opzione al contributivo di cui all’art. 1 co. 23 L. 335/1995). Per essi vale così il calcolo integralmente contributivo.
Differente sistema di calcolo è quello reddituale, detto anche retributivo: di fatto esso si fonda sulle settimane contribuite di un certo periodo di riferimento e sugli ultimi o migliori anni di retribuzione.
Il sistema retributivo vale per i lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Opera il calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011. Mentre dal primo gennaio 2012 è applicato il metodo contributivo;
Invece, viene applicato il cd. calcolo misto delle pensioni nel caso in cui si abbia una combinazione dei due maggiori sistemi di calcolo vigenti presso l’istituto di previdenza, ovvero il retributivo e il contributivo.
Il sistema misto vale a favore dei lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. In particolare opera il calcolo retributivo sino al 31 dicembre 1995, mentre dal primo gennaio 1996 vale il metodo contributivo.
Meccanismi non molto diversi, e che si reggono sugli stessi principi di calcolo – pur con differenti parametri di riferimento – sono comunque attivi presso le singole casse professionali.
Per quantificare l’ammontare di pensione spettante, e la data della decorrenza del trattamento, serve il cd. estratto conto contributivo, vale a dire il documento in cui si trovano tutti gli accrediti previdenziali. In particolare in esso sono inclusi, e distribuiti per forma assicurativa, tutti i contributi previdenziali del lavoratore nelle gestioni dell’istituto di previdenza.
Tipicamente, l’estratto conto contributivo può essere visualizzato nel portale web Inps, accedendo con le consuete credenziali – ovvero l’identità digitale SPID, la CIE, carta d’identità elettronica, o la CNS, carta nazionale dei servizi.
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