Cosa fa davvero un direttore d’orchestra? Per molti i suoi gesti sono confusi ed esagerati, ma la verità è che sono assolutamente indispensabili.
Allo sguardo di coloro che di musica capiscono poco (o lo stretto necessario) il Direttore d’Orchestra è una figura pressoché inutile nell’economia dell’esecuzione musicale. Si tratta, infatti,dell’unico componente di un’orchestra che non suona alcuno strumentoe che, quindi, non contribuisce direttamente all’esecuzione del brano.
Ad avvalorare la tesi che la loro esistenza non sia strettamente necessaria è anche una nota storica: l’invenzione dei direttori d’orchestra è molto recente. Questa figura nacque infatti nella primi trent’anni dell’Ottocento, cioè quando si affermò lo stile compositivo di Beethoven. Il geniale musicista fu infatti il primo a comporre brani estremamente complessi che dovevano essere eseguiti da orchestre estremamente numerose, formate anche da ottanta o più musicisti.
Prima di Beethoven le orchestre erano molto più piccole e nella maggior parte dei casi i musicisti suonavano tutti assieme dall’inizio alla fine,organizzandosi tra loro per entrare e uscire dall’esecuzione al momento giusto. Coordinare ottanta o cento musicisti però è assolutamente impossibile senza una guida, e fu proprio a quel punto che nacque la figura del Direttore, il quale era spesso lo stesso compositore che aveva scritto la partitura.
Le funzioni di un direttore d’orchestra sono essenzialmente di coordinazione (dei musicisti) e di interpretazione (del brano).
La prima si rende necessaria in virtù del fatto che i musicisti delle orchestre attuali hanno sul proprio leggio solo la partitura del loro strumento, quindi non possono seguire lo sviluppo dell’intera opera e potrebbero non capire quando precisamente iniziare a suonare se il Direttore d’orchestra non indicasse loro il momento esatto.
Oltre a questo, il Direttore è l’interprete di un’opera, cioè è colui che studia le notazioni dell’autore. A margine di ogni componimento, infatti, l’autore ha fornito delle indicazioni sul modo in cui eseguire la sua musica allo scopo di comunicare un preciso sentimento. Esempi tipici sono “forte“, “fortissimo“, “piano“, “pianissimo“, “allegro” e così via.
Ovviamente le indicazioni che pervengono attraverso le notazioni degli autori sono estremamente stringate e coprono soltanto una piccolissima parte delle indicazioni che servono ai musicisti per eseguire un intero brano per orchestra.
Il Direttore ha quindi il compito di interpretare e integrare le parole dell’autore comunicandole all’orchestra allo scopo di far sì che tutti i musicisti suonino le proprie parti con la stessa “intenzione“, cioè con lo stesso sentimento. Ed è proprio per trasmettere quel sentimento che i Direttori d’orchestra si agitano spesso così tanto!
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