I ricercatori dell’Università del Maryland hanno scoperto un nuovo virus vampiro. Non c’è nome più adatto visto che si attacca al collo del batterio per riprodursi.
Si insinua tra corpo e coda dei batteri e si riproduce, questa la capacità del virus vampiro. Qual è la sua pericolosità per l’uomo?
Quando sentiamo parlare di nuovi virus viene sempre la pelle d’oca. La mente corre veloce alla pandemia da Covid 19 causata dall’infezione da parte del virus SARS-CoV-2, un coronavirus apparso verso la fine del 2019. Il pensiero che una nuova emergenza sanitaria possa interessare non solo la nostra penisola ma il mondo intero fa rabbrividire.
È ciò che si deve temere data la scoperta del virus vampiro scoperto dai ricercatori dell’Università del Maryland? Il virus è della specie dei batteriofagi e si diffonde attaccandosi all’ospite e lasciando delle tracce simili a quelle di un morso. Proprio come i vampiri dei racconti di paura.
La scoperta del virus è giunta casualmente, analizzando un campione di un terreno di Poolesville, nel Maryland. I ricercatori stavano cercando un altro virus – MindFlayer – quando si sono imbattuti in questa presenza sconosciuta grazie al microscopio elettronico a trasmissione.
Tagide De Carvalho – ricercatore – ha mostrato il suo stupore nel trovare un batteriofago che si attacca ad un altro. Solitamente tra due virus uno dipende dall’altro per portare a termine il ciclo vitale. In questo caso particolare, invece, il virus vampiro aggredisce il patogeno “mordendolo” e così si riproduce ed entra negli organismi tramite le cellule. Ed ecco che si scatena l’infezione.
Una caratteristica alquanto singolare, dunque, che a detta di Fabrizio Pregliasco – direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano – potrebbe trovarsi anche nel SARS-CoV-2. Un virus furbo, che chiede aiuto ad un altro virus per compiere la sua missione ed entrare nel genoma del DNA. Da solo non ce la farebbe, così, approfitta del secondo patogeno. La maggior parte dei virus satelliti hanno un gene che permette loro di integrarsi con il DNA delle cellule ospiti mentre il virus vampiro non possiede questo gene. Ha dovuto trovare un altro modo per accedervi.
I virus si evolvono insieme e grazie alla copresenza possono infettare due volte. Tale scoperta è molto importante dato che apre le strade su nuove opportunità di gestione delle infezioni e spinge ad esaminare tante altre situazioni fino ad oggi non preventiva come possibili.
Come esistono i virus vampiri che agiscono in modo differente dagli altri virus batteriofagi potrebbero essere scoperti altri patogeni con comportamenti anomali.
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