Soprattutto per gli italiani è difficile rinunciare a una tazzina di caffè, ma berlo in un orario specifico è pericoloso perché il sonno potrebbe essere disturbato.
Il caffè è la bevanda più consumata dagli italiani e accomuna tutte le regioni del nostro paese, si può trovare ovunque in ogni zona della penisola e ha molteplici varianti e aromi.
Ad oggi il caffè non è una semplice bevanda, ma un simbolo della nostra tradizione culturale che accompagna moltissimi momenti della vita quotidiana di ogni persona. I medici hanno parlato più volte dell’esistenza delle controindicazioni, soprattutto quando si decide di bere una tazzina in un orario determinato.
Tante persone hanno come abitudine quella di bere il caffè solo durante la mattinata per prendere la giusta energia, mentre altri lo bevono anche dopo i pasti o nel pomeriggio per fare una pausa dal lavoro. Il caffè molte volte potrebbe essere una scusa per stare insieme ad amici e parenti, per questa ragione viene bevuta in orari più disparati.
Bere il caffè: ecco quando è deleterio per il sonno
La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale che agisce bloccando i recettori del cervello che ricevono i neurotrasmettitori, rendendoci stanchi. Il corpo metabolizza la caffeina in modo lento, eliminando i recettori e consentendo ai neurotrasmettitori di entrare nuovamente.
La comunità scientifica ha provato che le persone rispondono in modo diverso alla caffeina, questo dipende dal corredo genetico di un individuo, ma può essere legato anche allo stile di vita. Tra l’altro, la caffeina è anche collegata a una serie di altri effetti sul corpo di un essere umano, tra cui la perdita di peso, la salute mentale e scompensi cardiaci.
Il dottor Andrew Rochford che collabora con la Loughborough University ha sottolineato che, per evitare rischi e soprattutto per non avere problemi di insonnia, bisognerebbe smettere di bere il caffè dopo le ore 14. Le persone che metabolizzano la caffeina più velocemente saranno in grado di sentirsi stanche alla fine della giornata, mentre quelle che la processano più lentamente saranno meno capaci di stancarsi, compromettendo la qualità del sonno.
Nonostante i ricercatori siano sempre al lavoro, ci sono ancora molti studi da fare sul corpo e sugli esatti meccanismi alla base del modo in cui viene metabolizzata la caffeina. C’è anche da aggiungere che il caffè può contribuire alla prevenzione di malattie infiammatorie e quelle legate allo stress ossidativo, come obesità, sindrome metabolica e diabete di tipo 2, come riferito da Neil Clarke, assistente professore di scienze dello sport e dell’esercizio fisico presso l’Università di Coventry in Inghilterra.