Oggi è possibile recarsi in ufficio pur con sintomi riconducibili al Covid, ma attenzione ad alcune precauzioni sempre utili.
Il Covid non è più l’incubo di alcuni anni fa, periodo in cui le restrizioni e i divieti resero la vita molto difficile a lavoratori, cittadini e famiglie. Tuttavia la malattia esiste ancora ed, infatti, in Italia sono in crescita i nuovi casi di contagio. Ecco perché le regole sui tamponi, sui certificati del medico, sulla quarantena e sull’indennità di malattia per chi lavora ma è positivo, sono rimaste ed anzi aggiornate.
Per questo appare opportuno fare il punto di seguito, e capire come ci si deve comportare in alcune situazioni pratiche molto comuni.
Parlare di questi temi è tuttora utile, visto che il periodo attuale è caratterizzato dall’abolizione delle misure di contenimento e dall’archiviazione delle restrizioni. Tuttavia le precauzioni sono sempre raccomandate, visto che il coronavirus mantiene comunque intatta la sua spiccata contagiosità.
Per esempio, attualmente si può andare al lavoro avendo il Covid? Ebbene, le norme attuali non lo vietano, in quanto non sussiste l’obbligo di andare dal proprio dottore per avere un certificato di malattia. Ne consegue che il lavoratore che ne manifesti qualche sintomo, può almeno in teoria lavorare – preferibilmente però con una a mascherina chirurgica o FFP2 nel caso in cui le mansioni implichino il contatto diretto e ravvicinato con altre persone.
Il CdM del 7 agosto 2023 ha infatti abrogato il divieto di mobilità per i soggetti positivi al Covid in isolamento. Perciò se in passato non era possibile andare in ufficio con il coronavirus, oggi questo è divenuto possibile almeno in linea generale. In ogni caso faranno fede le indicazioni del proprio medico curante.
Tuttavia resta un buon consiglio quello di restare a casa se si è sintomatici e si ha – ad esempio – la febbre. Al contempo è opportuno igienizzare le mani e non recarsi in luoghi con molte persone. Assai raccomandato inoltre il tenersi non a contatto di persone immunodepresse, donne incinte e il non andare in ospedali ed RSA per i possibili rischi di ulteriore contagio.
Anzi è opportuno rendere nota la propria positività al Covid alle persone anziane, immunodepresse o comunque con un profilo sanitario di persona fragile, in modo che queste ultime si attivino quanto prima per far fronte all’eventuale contagio scaturito dal contatto ravvicinato. E le stesse persone immunodepresse con problemi di salute dovranno tempestivamente mettersi in contatto con il proprio medico di base, laddove i sintomi persistano per più di giorni o se le condizioni cliniche peggiorino, necessitando il ricovero ospedaliero.
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