Dalla Manovra 2024 emerge un aumento della cedolare secca per affitti brevi: tutto sulla percentuale stabilita e su chi coinvolgerà.
Le recenti anticipazioni sulla Manovra 2024 mettono in evidenzia l’importante aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, che coinvolgerà più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta, ad esclusione della prima casa.
Per le dovute conferme è necessario attendere il testo ufficiale della Manovra stilata dall’attuale esecutivo, dato che c’è spazio per eventuali correttivi in Senato. Nel frattempo però monta la protesta delle associazioni di categoria e dei proprietari di casa.
Nella bozza in circolazione sulla legge di Bilancio 2024 si introducono modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi. La prima stesura appariva decisamente rigida, tanto da generare fortissime proteste dalle associazioni di categoria perché colpiva la classe media. Dall’ultima stesura si evidenziano delle novità sostanziali con il rincaro d’imposta che scatterebbe solo nel caso di affitto brevi di più abitazioni.
Dall’ultima stesura della misura si escludono dall’aumento gli affittuari che usano questa formula per arrotondare le entrate alla fine del mese. Un’entrata integrativa, come segnalato dall’Aigab, delle circa 600.000 famiglie che sono proprietari singoli e utilizzano la modalità degli affitti brevi.
La cedolare secca su questo tipo di immobili è attualmente al 21%, restando in un regime opzionale e alternativo alla tassazione ordinaria Irpef. Al momento per un proprietario, la rendita netta attraverso gli affitti brevi è pari al 35% dell’incasso, dal cui totale deve stornare la cedolare secca (21%), costi per l’utenze, per le pulizie (10% degli incassi) e per i portali online (20% degli incassi).
Si considerano affitti brevi le locazioni per periodi tra 1 e 30 giorni. Dal 1° gennaio 2024, l’imposta sul reddito prodotto dalla cedolare secca salirà al 26% per i proprietari che affittano ai turisti con contratti brevi più di un immobile, mentre nulla cambia per chi si limita ad una sola struttura.
La Manovra 2024 impone alle piattaforme web di intermediazione per gli affitti brevi di trattenere il 26% per chi mette in affitto in rete più di una casa, sia che eserciti l’opzione di cedolare secca sia che scelga la tassazione ordinaria.
L’aumento al 26% rischia di alimentare il ricorso al sommerso e di portare un ridotto gettito. L’associazione sostiene che ai proprietari converrà affittare per meno giorni e in nero piuttosto che investire in una gestione complicata come quella in rete. Inoltre gli esponenti dell’associazione di categoria non comprendono perché chi affitta con un contratto 4+4 continuerà a pagare sempre il 21%.
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