È stato promosso il bonus mamma che da la possibilità ad alcune lavoratrici di ricevere fino a 3.000 euro in busta paga: ecco come funziona l’agevolazione economica.
Le donne lavoratrici che hanno i figli hanno la possibilità di ottenere l’incentivo maturato con l’approvazione della Legge di Bilancio. Parliamo di una decontribuzione commisurata in base al numero dei figli che si hanno.
Come previsto dalla manovra finanziaria dell’esecutivo, da gennaio 2024 è stato confermato il bonus per le mamme lavoratrici. È un sussidio sui contributi che può arrivare fino a 3.000 euro per le donne che hanno almeno due figli e che sono assunte a tempo indeterminato. Una regola che vale per tutte tranne per coloro che operano nel settore domestico, quindi col, badanti e baby sitter per le quali l’agevolazione non è fruibile.
Il bonus mamme non fa differenze particolari tra le categorie di lavoratrici o retribuzione percepita, le cose cambiano e sono quindi diverse in base al numero di figli. Le donne che rientrano all’interno del perimetro dello sgravio contributivo, c’è un buon vantaggio da un punto di vista economico.
L’agevolazione comporta uno sconto totale sui contributi che le lavoratrici devono versare mensilmente. È uno sgravio al 100% che dura fino ai 18 anni del figlio più piccolo per le donne che hanno tre o più figli. Per coloro che invece hanno due figli, il sussidio è identico, solo che ha una durata minore, ovvero fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo della lavoratrice. Proprio per questo motivo si è detto che le differenze dipendono dal numero dei figli.
Gli effetti della decontribuzione per le madri lavoratrici non sarà molto evidente per il 2024, in quanto esiste già il taglio del cuneo fiscale che era stato introdotto in precedenza dal governo Draghi e confermato di recente dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni anche per il prossimo anno. Parliamo quindi di una decontribuzione parziale nel 2024.
Ne beneficiano del sussidio le lavoratrici con redditi fino a 35mila euro annuali e fino a 25mila euro; nello specifico, ci sarà un esonero contributivo del 2%, per coloro che percepiscono un compenso annuale fino a 35mila euro, e un esonero contributivo del 3%, per le donne che hanno redditi fino a 25mila euro.
Le lavoratrici beneficeranno del bonus solo nel 2025, quando lo sgravio non ci sarà più e la decontribuzione può arrivare fino a 3.000 euro annuali, come previsto dalla Legge di Bilancio. La somma finale dipende dalla contribuzione dei lavoratori.
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