È legale rimuovere un condomino dalla chat condominiale su WhatsApp? Ecco cosa si può fare quando ci si vede escludere.
Bisogna tenere conto che le comunicazioni relative al condominio devono essere contraddistinte dalla certezza della ricezione dell’avviso da parte dei condomini.
Succede spesso che si creino gruppi WhatsApp tra condomini per condividere quanto deciso nell’assemblea condominiale e per confrontarsi sui problemi del condominio. Ma cosa succederebbe se l’amministratore della chat dovesse escludere uno dei condomini dal gruppo? Questa decisione potrebbe essere contestata in assemblea o addirittura davanti a un giudice?
Innanzitutto è bene sapere che alcune cose non si possono fare via WhatsApp. Per cominciare, l’assemblea condominiale non può essere convocata tramite WhatsApp, ma solo con raccomandata con avviso di ricevimento (a/r), posta elettronica certificata (pec), fax o attraverso consegna a mani. È ammessa però dalla giurisprudenza la possibilità di usare strumenti alternativi, come la mail ordinaria, se i condomini si accordano tra di loro.
La risposta è sì: si può essere esclusi dalla chat condominiale, che dipende dall’iniziativa della persona che ha creato il gruppo e quindi non ha alcun carattere ufficiale. Dunque è legale escludere qualcuno dalla chat di condominio. Allo stesso modo, chi si è visto escludere dalla chat condominiale può appellarsi a ben poco. Non è possibile fare ricorso all’assemblea o all’amministratore, meno che meno al giudice.
Solo in assemblea possono essere prese decisioni. Perciò solo l’illegittima esclusione (o la mancata convocazione) da questa può essere fatta valere in sede di giudizio civile. Per legge inoltre spetta soltanto all’amministratore di condominio l’obbligo di dare comunicazione alle informazioni relative alla gestione dell’edificio, se possibile in maniera formale (raccomandate, pec, email o direttamente in assemblea).
Si possono senz’altro impugnare invece le decisioni sul condominio quanto avvengono irritualmente attraverso WhatsApp.
Non è detto poi che essere esclusi dalla chat di condominio sia per forza un male, dato che intervenire in un gruppo WhatsApp può esporre al rischio di commettere diversi illeciti, non solo civili ma anche penali. Pensiamo solo alla violazione della privacy che può scattare quando uno dei partecipanti alla chat non ha acconsentito dalla diffusione del proprio numero. Ma si può anche cadere nella diffamazione, parlando male di una persona estranea alla chat. Per non parlare delle minacce quando, magari durante uno dei litigi sempre in agguato sui social, si prospetta a qualcuno un male ingiusto.
Non è infrequente poi che anche l’amministratore di condominio incorra in una violazione dei propri obblighi usando l’app di messaggistica istantanea. Come avviene tutte le volte che, invece di seguire i canali di comunicazione formale, convoca l’assemblea direttamente su WhatsApp. Oppure quando divulga, sempre sull’app, comunicazioni importanti (come la notifica di un atto giudiziario contro il condominio, la rinuncia al mandato, ecc.) che avrebbe dovuto rendere note in altra maniera.
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