Ken Miles è stato una leggenda del mondo delle corse, che trovò una fine assurda tanti tempo fa. Ecco come è morto.
Il mondo delle corse è fatto da miti assoluti, eroi che si sono sacrificati per ciò che facevano ed amavano, scomparendo su una pista da competizione, o anche durante alcune prove private. Il destino è stato molto crudele con il grande Ken Miles, nato a Sutton Coldfield, nel Regno Unito, il primo novembre del 1918, ai tempi della fine della prima guerra mondiale.
Il suo nome, dopo essere finito quasi nel dimenticatoio, è tornato alla ribalta delle cronache poco tempo fa, quando fu realizzato il film dedicato alla 24 ore di Le Mans del 1966, uscito al cinema nel 2019, che racconta una delle sfide più epiche della storia del motorsport. Si tratta dell’edizione della maratona francese nella quale si sfidarono la Ferrari e la Ford, con la casa di Detroit che era a caccia della sua vendetta contro il Cavallino.
Va detto che non si trattava di una vendetta sportiva, ma di una mossa aziendale, con la Ford che voleva battere la Ferrari dopo che essa decise di non entrare all’interno della casa americana, con Enzo Ferrari che si rifiutò di diventare un “dipendente” del marchio d’oltreoceano. La Ford, con la spettacolare GT40, dominò la scena ed inflisse una dura sconfitta al Cavallino, con Miles che fu tra gli eroi di quell’edizione. Andiamo a scoprire le cause della sua scomparsa prematura.
Nel suo palmares, Ken Miles annovera la vittoria alla 24 ore di Daytona del 1965, al volante di una Ford GT40, ripetendosi poi l’anno dopo sempre sulla stessa auto, ma nella versione MK II. In quell’anno, il suo talento fece la differenza anche alla 12 ore di Sebring, che andò a vincere pochi mesi prima della 24 ore di Le Mans, che lo vide grande protagonista, ma nella quale fu clamorosamente beffato.
Infatti, la Ford fece doppietta con Ken che tagliò per primo il traguardo, in una gara in cui faceva coppia con Danny Hulme. Sulla linea del traguardo, aspettò Bruce McLaren sull’altra Ford, divisa con Chris Amon. I commissari diedero la vittoria ai secondi all’arrivo, che erano partiti più indietro in griglia di partenza, e che vennero giudicati vincitori avendo percorso più metri durante la gara.
La beffa fu atroce, ma la volontà di Carroll Shelby, che gestiva le Ford ufficiali, era quella di continuare a sviluppare nuove auto, per ripetere la vittoria di Le Mans anche nel futuro. Sul circuito di Riverside, nel deserto della California meridionale, Miles trovò la morte il 17 agosto del 1966, a seguito di un terrificante incidente.
Il pilota britannico aveva effettuato una lunga giornata di prove in pista sulla Ford J-car, un modello del tutto nuovo che presentava tante innovazioni sul fronte aerodinamico. Ken perse il controllo a 320 km/h e dopo l’impatto morì sul colpo, e pare che l’incidente fu causato da un guaio aerodinamico che fece perdere stabilità alla vettura. Una tragedia dal quale Shelby si riprese a fatica.
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