Tantissimi giovani del Sud Italia decidono di andare via il prima possibile: scopriamo i numeri e le cause di una situazione allarmante.
In 20 anni il Mezzogiorno italiano ha visto andare via oltre 1 milione di persone, inclusi 800mila ragazzi e ragazze sotto i 35 anni. Questi primi dati ci danno un immediato segnale di allarme che potrebbe peggiorare nel prossimi anni e in maniera irrisolvibile.
I problemi del Sud Italia sono abbastanza noti e riguardano l’elevato tasso di disoccupazione, il gran livello di lavoro a nero e stipendi non sempre all’altezza del percorso conseguito. Non è un caso che si sia arrivati ad un livello di precariato definito da alcuni esperti come “patologico“.
A dare ancora più criticità ad un quadro già negativo di per sé è stato il nuovo rapporto Svimez. Da una parte l’Italia è diventata una delle Nazioni più anziane d’Europa e dall’altra le migrazioni verso l’estero hanno esteso il dislivello demografico Sud-Nord, portando così il Mezzogiorno a perdere popolazione e soprattutto giovani qualificati.
I numeri e le cause della fuga dal Sud: scenario critico
Le stime per il futuro appaiono molto complesse data la perdita stimata entro il 2080 di oltre 8 milioni di residenti del Sud Italia, quasi due terzi del calo nazionale fissato a 13 milioni. La riduzione della popolazione del Mezzogiorno si ridurrà del 25,8% di quella totale, oggi è quasi il 34%.
Entrando nei dettagli emerge che il Sud secondo le previsioni perderà il 51% della popolazione più giovane (0-14 anni), pari a 1 milione e 276 mila unità contro il 19,5% del Centro-Nord.
La popolazione in età di lavoro si ridurrà di oltre la metà (-6,6 milioni) mentre nel Centro-Nord di circa un quarto. Arrivando così nel 2080 ad avere un Mezzogiorno come l’area più vecchia dello stivale con un età media di 51,9 anni rispetto ai 50,8 del Centro e ai 50,2 del Nord.
L’occupazione femminile, il calo demografico, la precarietà, la povertà e il disagio sociale sono tutte problematiche che incideranno da qui ai prossimi anni al Sud Italia.
Il mondo del lavoro è sempre più in difficoltà e queste si riversano nei lavoratori e nelle lavoratrici che non riescono poi a creare una famiglia o a portarla avanti. Infine, in Italia tra il 2021 e il 2023 si è segnalata una contrazione molto più forte della media UE sui salari con un 10,4% e ancora di più nel Mezzogiorno con un -10,7%.