Anche nel 2024 verrà erogato il Bonus Renzi. Potranno riceverlo i pensionati? Scopriamo cosa stabilisce la legge.
Il Bonus Renzi è un sussidio del valore di 100 euro, riconosciuto solo ai soggetti che possiedono un reddito da lavoro dipendente o assimilato.
Lo scopo del sussidio è quello di ridurre il ridurre il cuneo fiscale, cioè la differenza tra lo stipendio lordo e quello netto.
Spetta anche ai titolari di pensione ma soltanto se svolgono contemporaneamente anche un lavoro subordinato. La legge, infatti, non vieta ai pensionati di percepire redditi da lavoro.
Per avere diritto al Bonus Renzi, tuttavia, bisogna possedere un determinato limite di reddito, ossia non superare 15 mila euro lordi. Ma chiariamo che i redditi da pensione non vengono considerati ai fini della determinazione del requisito per l’erogazione dell’agevolazione. In particolare, non si tiene conto dei seguenti trattamenti:
- pensioni e assegni di ogni genere;
- compensi spettanti ai lavoratori soci di cooperative di produzione e lavoro, di cooperative di servizi, di cooperative agricole e di prima trasformazione dei beni agricoli e di cooperative della piccola pesca;
- indennità e compensi erogati da terzi a favore dei prestatori di lavoro dipendente;
- borse di studio, assegni, premi e sussidi per lo studio o l’addestramento professionale;
- compensi spettanti a coloro che svolgono ruoli di amministratore, sindaco o revisore di società, che hanno incarichi collaborativi con giornali, riviste, enciclopedie e simili e che svolgono attività senza vincolo di subordinazione a favore di un determinato soggetto, in virtù di un rapporto unitario e continuativo con retribuzione periodica prefissata;
- prestazioni pensionistiche complementari.
Bonus Renzi ai pensionati: quali sono i limiti reddituali per avere diritto al beneficio?
Alla luce dei presupposti che abbiamo appena elencati, possono percepire il Bonus Renzi da 100 euro tutti i pensionati che svolgono un’attività lavorativa dipendente, con l’unico limite che il reddito percepito da tale attività non sia superiore a 15 mila euro ma che sia almeno di 8.174 euro (al di sotto di tale soglia, infatti, si è considerati incapienti).
Considerato che i redditi da pensione non si computano ai fini dell’erogazione del sussidio, non c’è alcuna differenza tra chi riceve l’accredito del Bonus di 100 euro in busta paga oppure al momento della Dichiarazione dei Redditi.
La scelta tra l’uno e l’altro, dunque, dipende solo dalle preferenze personali. Coloro che optano per il rimborso sul Modello 730 di solito lo fanno per avere la certezza che i redditi da lavoro subordinato non incidano negativamente sul limite imposto dalla normativa e che, dunque, non ci siano problemi per il rispetto delle condizioni previste per la percezione del Bonus.