Non hai pagato l’Imu 2023 prima della scadenza? Scopri cosa accade e come devi fare per pagare l’imposta in ritardo.
L’Imu è una delle tasse da sostenere ogni anno ma data l’intensa pressione economica ci si può dimenticare di effettuare il pagamento. La data ultima per versare il saldo dell’imposta era fissata per il 18 dicembre dato che il 16 era sabato.
Chi non ha effettuato il pagamento ora si interroga sulle possibili conseguenze e su come eseguire il versamento in ritardo oppure a rate. Possiamo subito dire che chi si trova in questa situazione può scegliere tra due opzioni: effettuare il pagamento in ritardo tramite il ravvedimento operoso oppure pagare a rate.
Entrambe le opzioni possono essere intraprese conoscendo tutti i dettagli disposti dalla legge italiana. Per tale ragione bisogna sapere nei dettagli come muoversi dato il mancato pagamento dell’imposta.
Chi non rispetta la scadenza dell’Imu può fare ricorso al ravvedimento operoso, uno strumento tributario che permette di abbassare le sanzioni per il versamento fatto in ritardo. Si consente di rimediare alla violazione attraverso l’applicazione di una sanzione più bassa e degli interessi legali moratori. Questa opzione può essere intrapresa a condizione che non sia stato notificato un avviso di accertamento o non siano iniziati accessi, verifiche, ispezioni o altre attività amministrative dal Comune.
Ad affiancare la sanzione ci sono anche gli interessi legali che si riferiscono ai giorni di ritardo trascorsi tra la scadenza della rata e la data di versamento con sanatoria. Questo strumento risulta conveniente se si ha l’obiettivo di regolarizzare la propria posizione in tempi brevi, dato che i pagamenti entro 90 giorni dalla scadenza hanno sanzioni ridottissime e una percentuale variabile sui giorni di ritardo.
Nel momento in cui il Comune accerta l’omissione del versamento dell’imposta non si può ricorrere al ravvedimento operoso. Qui scatta la possibilità di avere delle agevolazioni procedendo con una richiesta di rateizzazione verso il Comune. Per cifre sotto i 100 euro non è possibile chiedere la dilazione mentre per importi superiori la suddivisione varia in base alla cifra dovuta e vanno da 4 rate fino ad un massimo di 72 mensilità.
Nel comma 797 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2020 emerge che il Comune per i debiti di importo superiore a 6.000,01 euro non ha il potere di stabilire un piano di rateazione sotto i 36 mesi. Il cittadino può quindi chiedere la dilazione delle rate nel numero previsto dimostrando nell’istanza i problemi che hanno impedito il saldo.
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