Negli ultimi anni sono aumentati gli episodi di infarto da stress. Quali sono le cause e come si possono evitare i sintomi più gravi?
Un recente studio condotto dalla rivista “Journal of American College of Cardiology” ha messo in luce un fenomeno molto preoccupante, diffuso in particolare tra le donne: l’infarto da stress.
Lo stress emotivo e lavorativo può causare serie patologie per il nostro organismo, a causa del rilascio di determinati ormoni, come l’adrenalina e il cortisolo che, nel lungo periodo, possono provocare alterazioni del funzionamento del sistema cardiovascolare.
Nelle donne questa condizione è accentuata da altri fattori sociali e biologici, ad esempio la difficoltà di conciliare la vita professionale con quella familiare.
Lo studio è stato svolto su 500 donne, da Anais Hausvater e dai ricercatori del Sara Ross Center for Women’s Cardiovascular Research di New York. I risultati hanno evidenziato che due terzi delle esaminate erano affette da un’ostruzione coronarica, ossia un blocco delle arterie che portano sangue al cuore, mentre un terzo aveva le coronarie aperte e, dunque, l’infarto era stato provocato da altre cause.
Tutte, però, vivevano uno stato di stress, spesso accompagnato da sintomi depressivi. Per questo motivo, per la prevenzione degli infarti nelle donne, non possono essere presi in considerazione solo fattori fisici ma anche psicologici.
Ben il 63% delle donne colpite da infarto era affetta da livelli elevati di stress, rispetto al 30% delle donne senza problemi cardiaci.
Aumento del pericolo di infarto e depressione: esiste una relazione?
Dalla ricerca condotta sulle cause dell’infarto nelle donne è emerso anche che un altro elemento da prendere assolutamente in considerazione sono i sintomi depressivi da stress.
È, infatti, stato evidenziato che il 40% delle donne infartuate aveva sintomi depressivi, presenti anche dopo due mesi dall’evento.
Per curare l’infarto da stress, dunque, deve essere primaria la cura anche della salute mentale. A tal fine, gli interventi psicologici possono avere enorme peso nella prevenzione delle patologie cardiache. Ricorrere alla terapia cognitivo-comportamentale, a tecniche di rilassamento e di gestione dello stress, ad esempio, può essere molto utile, in virtù del legame tra stress, depressione e pericolo di infarto.
Il potere degli interventi psicologici nella riduzione dell’incidenza di infarto da stress non si discute. Di conseguenza, tra i controlli periodici di prevenzione cardiovascolare dovrebbe rientrare anche lo screening per stress e depressione.
Per questo motivo, è importante sensibilizzare la popolazione, soprattutto quella di sesso femminile, affinché vengano organizzare campagne di informazione per la tutela della salute.