Se si cambia residenza, quali sono le regole ai fini del pagamento dell’imposta IMU? Vediamo cosa dice la legge a riguardo.
Tra le tasse da pagare allo Stato ve n’è una molto conosciuta, ovvero l’IMU. Essa va versata per il possesso di un immobile, terreno o area edificabile, ed è stata istituita dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011. Si paga a livello comunale ed è operativa a decorrere dal gennaio 2012. Fino al 2013 è stata pagata anche sull’abitazione principale.
Dal 2011 ad oggi la normativa IMU è oggetto di diverse modifiche, in particolare spicca quella sopraggiunta con la legge di Bilancio 2020, che ha cancellato la TASI accorpandola di fatto all’IMU.
Ebbene, c’è un quesito che riguarda non pochi cittadini ed è il seguente: quali sono le incombenze IMU in caso di cambio di residenza? Di seguito daremo la risposta ed indicheremo come deve comportarsi il cittadino. I dettagli.
Pensiamo a chi deve pagare i primi acconti a metà anno o i saldi IMU di fine anno e, al contempo, cambia residenza andando a vivere altrove: come funziona il pagamento delle tasse IMU? Ebbene, occorre dare un’occhiata alle norme tributarie in materia, da cui si può trarre che, per la vigenza del principio che fissa che l’imposta sia dovuta su base mensile, nell’ipotesi nella quale il proprietario sposti la propria residenza nel corso dell’anno in un differente immobile, l’obbligo di pagamento della tassa, o l’esenzione, debbono essere rapportati rispettivamente ai mesi nei quali sussistono – effettivamente – i requisiti per definire l’abitazione principale. Vale a dire la contemporanea presenza di residenza anagrafica e effettivo utilizzo dell’immobile.
Nel distinto caso in cui tra la vendita della vecchia abitazione e il trasferimento nella nuova sia passato un lasso di tempo in cui il nuovo immobile è restato a disposizione, ovvero è rimasto disabitato, per questi mesi sarà doveroso il versamento dell’IMU con l’aliquota prevista per le seconde case – su indicazione del proprio Comune. Si tratta di quei tipici casi in cui nell’immobile siano effettuati lavori di ristrutturazione.
Infatti soltanto dalla data di utilizzo effettivo dell’immobile come residenza, rispettando ovviamente la procedura di cambio, potrà scattare l’esenzione IMU.
Per capire come funziona il meccanismo in oggetto, facciamo questo esempio. Pensiamo a chi compra un immobile il 12 febbraio per utilizzarla come prima casa, ma vi fa svolgere opere di ristrutturazione posticipando di fatto il trasferimento di residenza al 25 maggio dello stesso anno: ebbene, in un caso come questo il proprietario verserà l’IMU per i primi cinque mesi dell’anno e avrà l’esenzione dalle imposte da giugno in poi.
Una importante precisazione finale: in ipotesi di cambio di residenza, ai fini delle tasse e dei relativi obblighi, si deve far riferimento alla data di presentazione della richiesta. Pertanto la data di decorrenza dell’iscrizione anagrafica sarà quella nella quale è stata fatta la richiesta allo sportello del Comune. E per completezza ricordiamo che il versamento della tassa IMU è dovuto da coloro che sono in possesso dei seguenti immobili: fabbricati differenti dall’abitazione principale (in cui è stabilita la residenza anagrafica e la dimora fisica), abitazioni principali signorili, aree fabbricabili e terreni agricoli.
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