La pensione a 56 anni non è un miraggio, ma bisogna rispettare tutti i requisiti previsti dalla legge. Scopriamo quali sono e come ottenerli.
Andare in pensione a 56 anni si può, ma occorre avere delle condizioni di salute non ottimali, che di fatto permettono quest’agevolazione. Altrimenti varrebbero le regole del pensionamento ordinario della legge Fornero, o comunque di Quota 103 o di altre canali agevolativi come Opzione Donna o Ape Sociale, o ancora Quota 41 precoci.
Che cosa intendiamo per condizioni di salute non ottimali? Ebbene, semplicemente vi deve essere un grado di invalidità acclarato, ed almeno pari ad una certa soglia. Di seguito ne parleremo, onde scoprire quali requisiti avere per pensionarsi con netto anticipo rispetto all’età consueta della pensione di vecchiaia.
La legge è molto chiara a riguardo, in quanto i lavoratori subordinati possono richiedere la pensione di vecchiaia anticipata se:
Quindi è corretto affermare che detta pensione di vecchiaia anticipata con invalidità all’80% può essere agguantata a 56 anni soltanto da parte delle donne. Gli uomini dovranno aspettare ulteriori cinque anni, ma pur sempre pensionandosi con oggettivo anticipo rispetto all’ordinario.
L’interessato o l’interessata a sfruttare questo pensionamento agevolato deve fare domanda ad hoc all’Inps, allegando il modello SS3 (certificato medico), previamente redatto dal medico curante. Chiaramente deve trattarsi di invalidità acclarata, e non meramente autocertificata. Ecco perché Inps valuterà le specifiche attitudini, capacità e mansioni del lavoratore.
Circa la data di prima erogazione, il percettore deve sapere che la sua pensione avrà decorrenza dal primo giorno del mese posteriore all’apertura della finestra mobile. Ovvero, onde accedere alla pensione di invalidità anticipata sussiste una finestra mobile di 12 mesi e, di conseguenza, il primo assegno previdenziale sarà erogato trascorso questo lasso di tempo dalla maturazione dei requisiti.
Ricordiamo anche che la pensione di vecchiaia anticipata può essere domandata – ed ottenuta – dai soli lavoratori subordinati del settore privato – esclusi i lavoratori del settore pubblico e gli autonomi – e, infine, che i titolari di assegno ordinario di invalidità possono domandare la trasformazione dell’assegno in pensione di vecchiaia facendo pervenire, a supporto della domanda di pensione, la relativa documentazione che comprova il riconoscimento da parte dell’Inps dello stato di invalidità/disabilità.
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