Le caratteristiche della cd. Quota 103 per chi ambisce alla pensione nel 2024, senza dover compiere i 67 anni. Vediamo come accedere.
Andare in pensione prima dei 67 anni, e dunque prima di aver maturato i requisiti della pensione di vecchiaia ordinaria, è il sogno di molti lavoratori.
Vero è che nel 2024 sarà possibile anche grazie allo strumento di accesso alla pensione chiamato Quota 103: confermato per l’anno prossimo, il meccanismo consente di non sottostare al rigido requisito anagrafico di cui alla legge Fornero, ma soltanto avendo versato un consistente quantitativo di contributi.
Quota 103 nel 2024: come funziona in sintesi
L’uscita anticipata dal mondo del lavoro, consentita da Quota 103, può essere conseguita soltanto accettando un importo della pensione inferiore, rispetto a quello che si incasserebbe aderendo al meccanismo di pensionamento ordinario. Il calcolo della mensilità è infatti peggiorativo per il contribuente.
Ma in primis sono gli anni di contribuzione ad avere un rilievo chiave: quanti sono? Ebbene, spiegarlo è molto semplice, in quanto con Quota 103 la pensione è accessibile con:
- 62 anni di età (requisito anagrafico);
- 41 anni di contributi (requisito contributivo).
Non a caso il nome Quota 103 è appunto il risultato della somma dei due requisiti.
Quota 103: le novità peggiorative
Il meccanismo agevolativo – dicevamo – è stato confermato anche per il 2024, ma con requisiti che divengono più rigidi. Anzitutto, chi accede a Quota 103 dovrà sostenere tempi maggiori per le finestre di uscita, di fatto ottenendo la pensione più in là rispetto alle regole valevoli finora. In concreto ciò vuol dire che pur avendo conseguito i requisiti per la quiescenza, occorrerà attendere quasi un anno prima di ricevere il primo importo della pensione, sia in caso di lavoro nel settore pubblico, che in quello privato.
Dal punto di vista prettamente economico, invece, il pensionato con Quota 103 otterrà un assegno calcolato in base al sistema contributivo e non più misto contributivo-retributivo. Quest’ultimo per il lavoratore è sicuramente preferibile perché tiene conto anche dell’ammontare degli ultimi stipendi della carriera.
E’ stato stimato che l’applicazione tout court del sistema contributivo a Quota 103 determinerà un calo dell’importo della pensione corrispondente a circa un terzo. Non è poco e ciò potrebbe spingere non pochi lavoratori ad affidarsi alle regole della pensione di vecchiaia ordinaria.
Peraltro, il pensionato con Quota 103 non potrà incassare un assegno mensile maggiore di 4 volte il trattamento minimo. Il prossimo anno quest’ultimo sarà pari a circa 2.270 euro lordi al mese. Chiaramente anche questo è un oggettivo limite, che risulterà sgradito a chi in carriera ha avuto incarichi prestigiosi e dunque è riuscito a mettere da parte molti contributi.
Da notare infine che la ‘nuova’ Quota 103 sarà caratterizzata da un requisito contributivo più rigido delle precedenti Quota 100 (38 anni di contributi) e Quota 102 (ancora 38 anni di contributi ma con 64 anni di età).