In attesa di una riforma pensioni organica, vediamo 3 alternative per andare in pensione con soli 5 anni di contributi. I requisiti d’accesso.
Riuscire ad andare in pensione in un’età non troppo avanzata è l’obiettivo di tutti i lavoratori, una volta superata una certa soglia anagrafica ed aver maturato un alto numero di contributi previdenziali. Tuttavia tra carriere discontinue, lavoro nero e buchi contributivi c’è chi è più preoccupato di altri lavoratori, quando pensa alle possibilità che le norme previdenziali mettono a disposizione, per pensionarsi ed uscire definitivamente dal mondo del lavoro.
Andare in pensione con pochi contributi versati è arduo, ma non è un’impresa impossibile. La legge vigente infatti contiene anche alcune regole, che intendono agevolare chi ha avuto, nel corso del tempo, rapporti non continuativi con la previdenza e che, in qualche modo, costituiscono una deroga rispetto alle rigide regole ordinarie, di cui alla legge Fornero. Vediamo allora come fare a pensionarsi con soli 5 anni di contributi.
Anzitutto il requisito dei soli 5 anni di contributi vale per chi è iscritto presso l’assicurazione generale obbligatoria dell’Inps, o ad alcuni fondi sostitutivi, e ha una ridotta capacità lavorativa permanente e pari a due terzi.
Si tratta dell’assegno ordinario d’invalidità, fondato pertanto sui seguenti requisiti:
Alternativa e non molto diversa dall’assegno ordinario di cui sopra, è la pensione di inabilità al lavoro. Infatti il requisito contributivo è ancora 5 anni di contributi (o più), di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio. Tuttavia in questo caso vi è l’ulteriore condizione dell’inabilità permanente ed assoluta a qualsiasi attività lavorativa. Pertanto la persona interessata deve presentare un grado di disabilità acclarato, ancora più elevato. Non a caso per legge la pensione di inabilità è incompatibile con ogni attività da lavoro e, perciò, anche con l’iscrizione presso albi, elenchi e ruoli.
In base alle norme vigenti, si può anche accedere alla pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni, pur con una contribuzione molto ridotta. In particolare occorrono:
Da notare che si deve trattare di 5 anni di contribuzione effettiva, comprendendovi dunque l’obbligatoria, la volontaria e da riscatto. Da rimarcare però che occorre non avere un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e ciò significa che questa opzione si applica a chi da giovane non ha lavorato oppure non ha versato contributi. Inoltre non è in gioco il requisito dell’assegno minimo, ma d’altronde ben si comprende alla luce della scarsità dei versamenti contributivi.
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