Pensioni, novità a dicembre con aumenti consistenti per effetti della rivalutazione 2024: i nuovi importi

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da Claudio Garau

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Il Governo procederà con la rivalutazione pensioni 2024, ma con un occhio di riguardo ai conti pubblici. Gli ultimi aggiornamenti. 

Il potere d’acquisto è minacciato, per non dire eroso, dall’inflazione e da un carovita che è palpabile nei supermercati e nei negozi. A rimetterci sono i cittadini italiani, i cui stipendi e pensioni non sempre permettono di far quadrare i conti del bilancio familiare mensile.

Rivalutazione pensioni 2024
Rivalutazione pensioni 2024, le novità (Machedavvero.it)

Per quanto riguarda i pensionati esiste però un meccanismo chiamato rivalutazione degli assegni previdenziali, che esiste proprio per compensare, almeno in parte, il rialzo dei prezzi e dunque per supportare il potere di acquisto.

Di seguito spiegheremo in estrema sintesi che cos’è la rivalutazione delle pensioni e come funziona anche in vista del 2024.

Rivalutazione pensioni: di che si tratta

Tecnicamente parlando, la rivalutazione delle pensioni prende il nome, assai noto agli economisti, di “perequazione”. Per spiegare in parole semplici che cos’è la rivalutazione pensioni indichiamo che:

  • la perequazione è quell’operazione per cui ogni anno, dal primo gennaio, gli assegni pensionistici crescono in base a quanto è cresciuta l’inflazione l’anno precedente;
  • detta rivalutazione consiste in un meccanismo mirato a garantire che gli introiti dei pensionati derivanti dall’assegno previdenziale mensile, restino al passo con l’aumento del costo della vita.

Sono più di cinquant’anni che il meccanismo della rivalutazione pensioni si applica in Italia. Lo introdusse la legge n. 153 del 1969, recante la revisione degli ordinamenti pensionistici e norme di sicurezza sociale. Nel testo si trova infatti scritto che le pensioni “con effetto dal primo gennaio di ciascun anno, sono aumentate in misura percentuale pari all’aumento percentuale dell’indice del costo della vita”.

Non bisogna dimenticare che la rivalutazione viene stabilita per legge, e così sarà anche per il 2024. Per il prossimo anno, in particolare, il Governo ha annunciato un ulteriore taglio della rivalutazione, rispetto a quello già apposto quest’anno.

La rivalutazione pensioni segue esattamente l’incremento del tasso di inflazione?

Forse non tutti sanno che la legge non impone alle istituzioni di dare annualmente ai pensionati un aumento pari al tasso di inflazione. Per fare un esempio pratico, se in un dato anno solare i prezzi crescono del 4%, ciò non vuol dire che tutti gli assegni previdenziali crescano, a loro volta, del 4% l’anno dopo.

In altri termini, la rivalutazione pensioni non deve essere corrispondente al 100% dell’inflazione, ma può essere minore e scaglionata in fasce, come avvenuto ad es. quest’anno. Infatti il Governo Meloni, all’interno della legge di Bilancio 2023, aveva incluso un nuovo sistema con sei fasce in totale. In pratica, al crescere dell’importo dell’assegno, diminuiva la ‘portata’ dell’inflazione considerata nel meccanismo della rivalutazione.

Come funziona la rivalutazione pensioni 2024?
Come funziona la rivalutazione pensioni 2024? La guida rapida (Machedavvero.it)

Rivalutazione pensioni 2024: le percentuali

C’è perciò un punto molto importante da rimarcare: la rivalutazione a supportare il potere d’acquisto dei pensionati costa molto alle casse dello Stato. Ecco perché anche quest’anno il governo ha scelto di tagliare la rivalutazione per gli assegni previdenziali maggiori, risparmiando qualcosa per investire in altre direzioni.

Analogamente nel 2024 il Governo proseguirà sulla strada della rivalutazione pensioni, ma pur con un ulteriore taglio della percentuale di rivalutazione per le pensioni più elevate: dal 32% al 22%.

Questa è il quadro in sintesi delle rivalutazioni pensioni per il 2024:

  • fino a 4 volte la pensione minima (sotto i 2.102 euro), rivalutazione del 100%
  • tra 4 e 5 volte la pensione minima (tra i 2.102 e i 2.627 euro), rivalutazione dell’85%
  • tra 5 e 6 volte la pensione minima (tra i 2.627 e i 3.152 euro), rivalutazione del 53%
  • tra 6 e 8 volte la pensione minima (tra i 3.152 e i 4.203 euro), rivalutazione del 47%
  • tra 8 e 10 volte la pensione minima (tra i 4.203 e i 5.254 euro), rivalutazione del 37%
  • oltre 10 volte la pensione minima (sopra i 5.254 euro), rivalutazione del 22%
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