I debitori possono subire il pignoramento della pensione ma la legge riconosce delle specifiche tutele. Qual è il massimo pignorabile?
Affinché il pignoramento della pensione non comporti eccessivi danni ai contribuenti, la legge fissa delle regole.
I procedimenti, tuttavia, sono differenti, a seconda che l’azione venga intrapresa presso l’INPS oppure presso l’istituto di credito dove il debitore ha il proprio conto corrente. Questo perché le pensioni di importo inferiore a mille euro possono anche essere erogate in contanti pressi gli Uffici Postali, su richiesta del titolare. Gli assegni di importo pari o superiore, invece, devono essere accreditate su un conto corrente bancario o postale.
Il pignoramento della pensione può avvenire:
- direttamente presso l’INPS, prima dell’accredito della pensione. L’interessato riceverà l’importo al netto della trattenuta;
- presso la banca o l’Ufficio postale dove il pensionato ha il proprio conto corrente, dopo l’accredito da parte dell’INPS della sola somma al netto della cifra pignorata.
In ogni caso, prima del pignoramento il creditore deve notificare al debitore il titolo esecutivo e l’atto di precetto, cioè l’intimazione a saldare entro 10 giorni.
Pignoramento della pensione presso l’INPS o la banca: quali sono le differenze e quale conviene?
La legge impone delle regole per quanto riguarda l’importo massimo pignorabile.
Nel caso di pignoramento presso l’INPS, non può essere sottratto più di un quinto delle cifra che eccede il cd. minimo vitale, ossia la somma che serve al debitore per sopravvivere.
Dal 2022, il minimo vitale corrisponde a 2 volte l’Assegno sociale ma non può mai essere inferiore a mille euro. Di conseguenza, le pensioni fino a mille euro non possono essere pignorate. Facciamo un esempio. Per il 2024, l’Assegno sociale sarà pari a 503,27 euro, quindi il minimo vitale corrisponderà a 1.006,54 euro. I debitori che percepiscono un assegno pensionistico non maggiore di tale soglia non potranno subire alcun pignoramento. Se, invece, si è titolari di una pensione di 1.200 euro, il pignoramento sarà pari a un quinto di 193,46 euro (1.200 – 1.006,54).
Nel caso di pignoramento presso la banca o l’Ufficio Postale, invece, il creditore può rivalersi sui risparmi che erano già depositati sul conto soltanto se superano il triplo dell’Assegno sociale. Per le somme accreditate dopo la notifica del pignoramento, la banca potrà trattenere massimo un quinto, fino all’estinzione del debito. In tale ipotesi, però, il quinto si applica all’intera pensione, senza la garanzia del minimo vitale.
Specifichiamo, infine, che il creditore può scegliere quale tipologia di pignoramento iniziare, presso l’INPS o presso la banca o l’Ufficio Postale.