Pignoramento pensione, le regole per l’iter presso l’Inps o in banca. Ecco cosa il debitore deve sapere e cosa rischia.
La pensione è il frutto dei versamenti contributivi di una vita e, sotto un certo limite, non può essere pignorata – in caso di debiti non saldati. Lo dice la legge che, sul punto, è molto chiara: con la riforma in materia – varata poco più di un anno fa – le pensioni fino a 1.000 euro non possono essere fatte oggetto di pignoramento. E questo perché è in gioco il cd. minimo vitale tale da garantire le spese essenziali e le necessità quotidiane.
Per le pensioni oltre questo limite, vale invece la regola del pignoramento entro la soglia del quinto – quantificato sulla porzione del trattamento previdenziale che supera il doppio dell’importo dell’assegno sociale.
Ebbene, in verità per il creditore esiste però un escamotage utile a fargli pignorare la pensione, aggirando il limite del minimo vitale e pignorando un quinto di tutto l’assegno. Scopriamo di che si tratta.
Pignoramento pensione presso l’Inps o l’istituto di credito
Il pignoramento della pensione può compiersi anzitutto presso l’Inps ovvero prima che il trattamento transiti sul conto corrente del debitore. In questo caso varrà sempre la regola dell’impignorabilità sotto il limite del minimo vitale che, per legge, non può mai essere sotto i 1.000 euro e del pignoramento solo entro il quinto – detratto il minimo vitale.
Tuttavia, dicevamo, esiste un modo per aggirare il minimo vitale. E ciò avviene quando il pignoramento viene fatto direttamente sul conto. In tal caso, infatti, il pignoramento della pensione può avvenire sull’intero importo accreditato al debitore.
Lo scenario è dunque diverso se la pensione è pignorata a seguito dell’accredito in banca. Infatti oltre a non valere il limite del minimo vitale, le somme giacenti sul c/c alla data di notifica del pignoramento possono essere fatte oggetto di pignoramento, soltanto per la parte che supera il triplo dell’assegno sociale. Inoltre le regole in materia indicano che le mensilità che saranno versate mensilmente dall’Inps sul conto, potranno essere pignorate entro massimo un quinto, ma su tutto l’importo.
Un esempio pratico
Chiaramente la pensione nel conto corrente è esposta ad un maggior rischio di pignoramento. Pensiamo a chi, ad esempio, ha 5.000 euro in banca come risparmi e riceve una pensione di 1.500 euro mensili. Ebbene, il triplo dell’assegno sociale per il 2024 è 1.509,81: conseguentemente il pignoramento delle somme depositate potrà essere pari a 3.490,19 euro mentre sulle pensioni, il creditore potrà pignorare un quinto di 1.500 euro.
Concludendo, è chiaro che per un creditore la scelta del tipo di pignoramento è essenziale, e potrà certamente giovarsi di più con un pignoramento della pensione in banca rispetto a quello presso l’Inps, perché preleverà una somma comunque maggiore.