Di Ferrari di altissimo livello ne sono state prodotte tantissime. Una, però, ha avuto un impatto devastante nell’intera storia del Cavallino, diventando ricercatissima dagli appassionati.
La Rossa ha un fascino unico al mondo. L’industria dell’Automotive è piena di vetture spettacolari, ma le supercar prodotte a Maranello hanno un qualcosa in più. Non è solo una questione di fascino, ma di qualità costruttiva. Le vetture prodotte sotto la guida del Drake, inoltre, erano fatte per durare. Nel senso che erano costruite con l’obiettivo di lasciare un segno.
Nessuna Ferrari è uguale all’altra. Vi sono stati modelli che sono diventati iconici per essere entrati nel mainstream, grazie a film e serie TV, altre sono rimaste nel mito per la loro esclusività. Se parliamo di Ferrari con la F maiuscola gli appassionati pensano subito alla F40, alla F50, alla Modena, alla Testarossa, ma vi sono modelli ancor più rari e occorre fare un salto in un’epoca d’oro dei motori.
Era il 1960 e i tecnici ebbero l’intuizione, seguendo le indicazioni del Drake, di creare un vero mostro. Il nome dell’auto derivava dalla cilindrata di ciascun cilindro del leggendario motore V12 3000 cc. La 250 GTO ha lasciato un segno indelebile nella vita del suo fondatore. Enzo era innamorato di questo mezzo. Aveva caratteristiche non solo da Granturismo perché, allo stesso tempo, viaggiava come una super sportiva.
Possiamo definirla la prima vera supercar prodotto dal Cavallino. L’idea, infatti, era di poter far correre questa vettura nei principali appuntamenti al mondo, proprio per metterla alla frustra contro i più agguerriti rivali. La 250 GTO prese parte alle sfide più entusiasmanti del Motorsport dell’epoca, vincendo una serie incredibile di competizioni. Alla 12 ore di Sebring, con i driver Phil Hill e Olivier Gendebien, vinse alla grande, per poi affermarsi a due edizioni del Tourist Trophy e in altre superclassiche. Partecipò alla 1.000 km del Nurburgring del 1962 e nello stesso anno alla 24 ore di Le Mans.
La sigla GTO significa Gran Turismo Omologata. La Ferrari ha aspettato decenni prima di rispolverare questo classico, nel 1984, con il lancio della 288 GTO. Il progetto fu affidato ad un giovanissimo ing. Mauro Forghieri e a Sergio Scaglietti. Il design risulta moderno ancora oggi per la sua carrozzeria in alluminio slanciata e un muso allungato dove alloggiava un magnifico motore V12.
Il parabrezza enorme e l’abitacolo racing erano impregnati dell’anima sportiva. Gli interni erano contraddistinti da due sedili avvolgenti, rivestiti di blu, dove poteva trovare spazio una valigia sulla panchetta posteriore. I gruppi ottici erano Marchal carenati. La versione definitiva debuttò alla 12 Ore di Sebring del 1962, come potrete anche ammirare in qualche filmato storico dell’epoca.
Per riuscire ad acquistare questo gioiello con un V12 3 litri (progettato da Gioachino Colombo) con specifiche Testa Rossa servono almeno 50 milioni di euro. Avete capito bene e vi sono collezionisti che farebbero carte false per sborsare tale cifra e mettersi nel garage una leggendaria Ferrari 250 GTO. Il 14 agosto 1988 è morto Enzo Ferrari e da allora la sua regina ha continuato a crescere in termini di valore assoluto.
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