Il mondo della F1 è cambiato tanto tempo fa, quando Ayrton Senna morì in un terribile incidente. Ecco dove è avvenuto.
Sono passai quasi trent’anni dalla drammatica morte di Ayrton Senna, che lasciò tutti sgomenti e che cambiò profondamente la F1, facendola entrare nella sua era moderna. Infatti, dopo la sua scomparsa si pensò seriamente alla sicurezza, con le piste e le monoposto che iniziarono un processo di adeguamento a standard molto più severi, con l’obiettivo di limitare le ferite gravi e gli incidenti mortali.
C’è da dire che la scomparsa di Senna è stata utile in tal senso, dal momento che l’unica vittima da quel momento in poi è stato Jules Bianchi, scomparso a seguito dell’incidente nel GP del Giappone del 2014, quando era al volante della Marussia. A questo punto, andiamo a vedere cosa accadde al grande Ayrton, che con la sua scomparsa lasciò un vuoto che non è ancora stato colmato.
Senna, ecco come avvenne il terribile incidente
La stagione di F1 targata 1994 fu drammatica e cambiò la storia del Circus, con Ayrton Senna che perse la vita in un bruttissimo incidente. Quel campionato lo vide debuttare al volante della Williams-Renault, da lui tanto desiderata e che aveva dominato il biennio precedente, con Nigel Mansell campione del mondo nel 1992 ed Alain Prost che vinse il quarto mondiale l’anno dopo.
Il gioiello di Adrian Newey venne però fermato da un cambio regolamentare, che eliminò le sospensioni attive, vero segreto della monoposto britannica. Sin dai primi test infatti, Ayrton fece molta fatica, ma ottenne comunque due pole position nelle prime due gare, in Brasile e ad Aida, in Giappone, al GP del Pacifico.
Tuttavia, in netrambi i casi fu costretto al ritiro, mentre Michael Schumacher sulla Benetton vinse fuggendo nel mondiale. Alla vigilia di Imola, la classifica diceva che il tedesco era in testa con 20 punti, mentre il brasiliano fermo a 0, uno scenario impossibile da pronosticare. In sostanza, per Senna diventata fondamentale portare a casa il successo nel GP di San Marino, ma quello che accadde in quel fine settimana primaverile segnò per sempre la storia del nostro sport.
Durante le prove libere di venerdì 29 di aprile, Rubens Barrichello rischiò la vita in un terribile incidente, avvenuto alla Variante Bassa al volante della Jordan-Hart di cui era al volante. Per fortuna, il brasiliano se la cavò con qualche frattura, ma dovette saltare quella gara, con Ayrton che rimase molto turbato da quell’impatto, che sapeva quasi di presagio in vista di ciò che sarebbe accaduto poche ore dopo.
Al sabato, infatti, Roland Ratzenberger morì durante le qualifiche, a seguito di uno schianto infernale alla curva Villeneuve, con l’impatto che avvenne alla velocità di 314 km/h dopo un guasto che fece finire la sua ala posteriore sotto le gomme. L’austriaco, debuttante in F1, morì quasi sul colpo. 24 ore dopo, mentre era in testa alla gara, Ayrton andò a sbattere al Tamburello, con il suo cuore che si spense alle 18:40 di sabato primo maggio, all’Ospedale Maggiore di Bologna. In quel momento, finì una vera e propria era.