I buoni postali sono prodotti di risparmio tra i più amati dagli italiani. Ecco l’ultima sentenza per la Serie Q/P.
Buoni fruttiferi postali sono tra le proposte di gestione e risparmio di Poste Italiane. Emessi da Cassa depositi e prestiti (CDP) sono distribuiti da Poste tramite la rete capillare degli uffici postali presenti sul territorio nazionale.
Sono sicuri perché garantiti dallo Stato, ovvero per il risparmiatore non c’è il rischio di perdita del capitale investito. Anzi, alla scadenza riceverà sia l’investimento al 100% sia gli interessi maturati.
Tuttavia, negli ultimi anni alcuni risparmiatori hanno incontrato dei problemi al momento del rimborso di alcuni buoni postali della Serie Q/P. Scopriamo cosa è successo e a che punto è la vicenda.
I buoni fruttiferi postali Serie Q/P sono titoli emessi dopo il 1° luglio 1986, con scadenza 30 anni. Il decreto ministeriale del 16 giugno 1986 ha emesso la Serie Q utilizzando i moduli della serie P.
Sui tali moduli fu aggiunto un timbro che indicava i nuovi tassi di interesse per i primi 20 anni, ma non quello che indicava i successivi 10 anni. Per Poste Italiane al momento del rimborso i risparmiatori dovrebbero incassare una somma inferiore a quella indicata sui buoni.
Il motivo è proprio la mancanza del secondo timbro che doveva calcolare gli interessi per l’ultimo scaglione di detenzione che andava dal ventunesimo al trentesimo anno. Questo almeno era quanto stabiliva il suddetto decreto ministeriale: sui buoni Serie P “verranno apposti due timbri uno sulla parte anteriore con la dicitura serie Q/P, l’altro sulla parte posteriore recante la misura dei nuovi tassi”.
In pratica, la mancanza del secondo timbro non cambia l’importo fisso a bimestre da applicare negli ultimi 10 anni. Quindi, i risparmiatori che hanno chiesto il rimborso con i tassi segnati sul buono; invece, Poste Italiane ritiene validi i tassi indicati dal decreto anche se non includono gli ultimi 10 anni.
La contesa tra risparmiatori e Poste è continuata per alcuni mesi arrivando a un punto di stallo: per la Cassazione avevano ragione i risparmiatori, mentre per ABF (Arbitro bancario finanziario) aveva ragione Poste.
Tuttavia, recentemente quest’ultimo ha modificato la sua posizione adeguandosi alla sentenza dei giudici della Cassazione, sentenza presentata il 26 settembre 2023.
Il motivo è da ricercare nella rivalutazione dell’interpretazione dell’ABF sugli interessi da applicare negli ultimi 10 anni.
Insomma, contenti i risparmiatori che finalmente potranno ricevere il rimborso previsto secondo le condizioni stabilite sui buoni Serie Q/P. La conferma della sentenza da parte dell’ABF segna la fine di una questione che si è protratta per troppo tempo e stabilisce un precedente importante per la gestione dei prodotti di risparmio postale.
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