Novità sul salario minimo che è diventato delega al Governo. Cosa significa e cosa comporta per i lavoratori?
Stop alla Legge sul salario minimo con un emendamento di maggioranza che la trasforma in delega al Governo con l’approvazione in Commissione Lavoro alla Camera.
La speranza che in Italia venga introdotto un salario minimo non deve essere abbandonata nonostante il momentaneo blocco della Proposta di Legge. Questa stabiliva un salario minimo non inferiore a quello di categoria e introduceva una soglia minima di 9 euro l’ora. Nessun Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro sarebbe potuto scendere al di sotto di questo importo.
Per tanti lavoratori avrebbe significato buste paga più ricche ma per il momento non sarà così. Un emendamento ha superato la Proposta trasformandola in delega al Governo. Un meccanismo contestato ma messo in atto. Ora l’esecutivo dovrà approvare uno o più Decreti Legislativi attuativi entro i prossimi sei mesi.
Cosa accadrà al salario minimo nei prossimi sei mesi
Con la delega si intende garantire l’attuazione di una retribuzione proporzionata e sufficiente per i lavoratori dipendenti così come previsto dall’articolo 36 della Costituzione. La contrattazione collettiva sarà rafforzata e si dovranno stabilire criteri volti al riconoscimento di trattamenti economici minimi da parte dei CCNL più applicati.
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa“. La maggior parte dei Contratti ad oggi violano tale articolo costituzionale perché le somme erogate dai datori di lavoro permettono a malapena la sopravvivenza.
Con la delega al Governo sparisce il minimo di Legge previsto dalla Proposta di Legge. Si parla di trattamenti retributivi giusti ed equi senza specificare un importo da rispettare per tutti i CCNL. Viene indicato solo che gli obiettivi sono
- trattamenti giusti ed equi,
- contrasto al lavoro sottopagato,
- spinta al rinnovo dei contratti puntuale,
- contrasto al dumping contrattuale (pirateria dei contratti),
- definizione di contratti rappresentativi in modo migliore di ogni categoria di lavoratori,
- obbligo di contratti più rappresentativi negli appalti e subappalti.
I Decreti attuativi dovranno, dunque, contenere misure volte al raggiungimento di questi obiettivi. In più tra le novità c’è anche l’estensione del trattamento economico complessivo minimo indicato nel Contratto maggiormente applicato ai lavoratori che non risultano coperti da contrattazione collettiva sebbene si trovino nella stessa categoria.
Sei mesi di tempo e scopriremo le applicazioni reali di queste direttive nonché la forma che avrà il salario minimo.