I disoccupati rimasti senza lavoro involontariamente possono chiedere e ottenere la NASPI, l’indennità di disoccupazione. Viene erogata per un massimo di 24 mesi ma cosa accade se si dovesse aprire la Partita IVA?
La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego è l’indennità di disoccupazione, una prestazione erogata ai dipendenti che interrompono un rapporto di lavoro subordinato.
Per poter ottenere la NASPI occorrerà essere in stato di disoccupazione avendo perso involontariamente il lavoro e aver accumulato minimo tredici settimane di contributi nei quattro anni precedenti all’interruzione del contratto lavorativo.
L’importo corrisponde al 75% della retribuzione mensile media imponibile degli ultimi quattro anni e si riduce del 3% ogni mese a partire dal primo giorno del sesto mese di fruizione. Per quanto riguarda le tempistiche di erogazione, l’indennità spetta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributiva degli ultimi quattro anni (per un massimo di 24 mesi). La NASPI viene sospesa in caso di rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata inferiore a sei mesi e per la durata del rapporto lavorativo a meno che il reddito sia inferiore a 8.174 euro. La sospensione scatta anche in caso di nuova occupazione in Paesi UE o nazioni con convenzioni bilaterali con l’Italia.
Sul portale dell’INPS si legge come il lavoratore decadrà dalla NASPI in caso di perdita dello stato di disoccupazione o inizio di un lavoro subordinato con contratto superiore a sei mesi o a tempo indeterminato senza comunicare il presunto reddito mensile o annuo in caso di lavoro part time.
Si perderà il diritto alla misura anche in caso di inizio di un’attività lavorativa autonoma o parasubordinata senza comunicare all’INPS il reddito annuo presunto. Volendo aprire una Partita IVA il percettore può farlo a condizione di presentare domanda di NASPI anticipata entro 30 giorni per ricevere l’intero importo dell’indennità oppure di comunicare il presunto reddito utilizzando il modello NASPI COM.
Altra condizione è avere un reddito presunto entro i 4.800 euro a meno che la richiesta di NASPI anticipata scatti prima dell’apertura della Partita IVA. In questo caso non ci saranno limiti reddituali da rispettare.
L’iter corretto, dunque, presuppone di fare domanda di NASPI, attendere l’esito positivo e poi aprire la Partita IVA scegliendo adeguato codice ATECO in base alla professione da avviare. L’interessato dovrà in seguito comunicare all’INPS all’avvenuta apertura e procedere con l’invio della NASPI COM o della NASPI Anticipata.
In conclusione, tra NASPI e Partita IVA c’è compatibilità.
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